Ravenna, la storica maestra: “Il tempo pieno era fuori dagli schemi, così 50 anni fa accettai questo incarico”
Era il 1973 e a Ravenna nascevano le prime sezioni di scuola a tempo pieno. Tra le promotrici e le pioniere di questa rivoluzione didattica c’è stata la maestra Luisa Corazza Zanfini che fu tra le prime ad accettare la sfida. A distanza di 50 anni dall’avvio di quella esperienza, l’istituto comprensivo Randi in via Marconi, per volontà del dirigente scolastico Mirco Banzola, ha reso omaggio ai protagonisti, maestre e alunni, di quella esperienza con un incontro nell’aula magna della scuola in via Marconi. Nel 1973, la scuola si chiamava Lametta e inizialmente furono coinvolte, nel tempo pieno, le classi di seconda elementare. Le prime maestre furono Luisa Corazza Zanfini e Luciana Zama Pernisa che si sono ritrovate la settimana scorsa, assieme agli studenti, nell’aula magna dell’istituto. «L’idea del tempo pieno emerse in direzione e poco dopo ci fu avanzata la proposta a livello di circolo» spiega Luisa che ricorda ancora oggi con esattezza come nacque il progetto. «Ci fu un confronto molto partecipato nel corso delle riunioni che si tenevano al sabato – racconta -. La sfida era quella di uscire da un modo di pensare e calarsi in una realtà diversa. Prima di allora c’era sempre stata un’insegnante unica per la classe, con il tempo pieno si passava a un progetto condiviso. Questo era un cambiamento non indifferente. Le due colleghe dovevano imparare a condividere metodologie e finalità. Molte colleghe inizialmente avevano paura di abbandonare il vecchio modo di insegnare e affrontare la novità. Io, invece, mi sono subito spesa in prima persona per poter fare qualcosa di nuovo, finché ho incontrato la maestra Luciana con cui ho condiviso la prima esperienza».
La maestra Corazza ricorda ancora i primi bambini che parteciparono al tempo pieno: «Fu una bellissima esperienza e ancora oggi, a distanza di tanto tempo, è rimasto un grande affetto. C’è la consapevolezza che tutti insieme abbiamo vissuto un’esperienza totalmente nuova. Luciana e io condividemmo un programma e gli argomenti da affrontare, suddivisi tra mattina e pomeriggio. Le alunne e gli alunni alle 12.30 mangiavano e a seguire una piccola pausa, poi si riprendevano le lezioni fino alle 16.30. Noi fummo le prime, poi le altre maestre ci hanno seguito uscendo così da schemi mentali consolidati. Anche il rapporto con i genitori dei ragazzi fu positivo sin da subito. Spiegammo con esattezza come si articolava il progetto e che non si trattava di un doposcuola. Al pomeriggio si faceva lezione». L’esperienza è iniziata nel 1973 e la maestra Corazza ha insegnato alla scuola Randi fino al settembre 1998: «Sono stati anni intensi e molto belli – ci dice -. Ricordo ancora quando portai una classe a Roma per la mostra di Van Gogh. Quei ragazzi oggi sono diventati genitori e qualcuno addirittura nonno. Festeggiando il cinquantennale alla scuola Randi, ci siamo rivisti e mi ha fatto un grande piacere. È stato un momento toccante in cui è emersa la gioia di avere condiviso qualcosa insieme. Mi ricordo che la scuola era appena stata realizzata, i locali odoravano ancora di cemento e il tempo pieno portò un’ulteriore ventata di nuovo».