Ravenna, la proposta di Patuelli: “Riapriamo la porta originaria di San Vitale”

Ravenna
  • 22 marzo 2025

“La piazza più importante di Ravenna è quella che non si vede”. Antonio Patuelli, Presidente della Cassa di Ravenna, nonché neo Presidente della Commissione Italiana per l’Unesco, ha attirato tutta l’attesa e l’attenzione della gremitissima Sala D’Attorre di Ravenna dove ha presentato il libro ‘Di Piazza in Piazza’ di Osiride Guerrini, con l’introduzione di Patrizia Ravagli. Esperto e appassionato di storia anche locale, Patuelli ha setacciato la città piazza per piazza, svelando scenari di storia sconosciuta e porzioni di città rilette con la prospettiva della città imperiale, romana, bizantina, comunale e pontificia, che per 350 anni dall’inizio del 400 alla metà del 700 è stata capitale. ‘Il libro di Osiride Guerrini è tutto da leggere - ha iniziato Patuelli - e già il titolo è emblematico. Non ci sono tante città in Italia che abbiano un complesso di piazze così articolato: ma Ravenna è policentrica, come lo sono la sua storia e la sua cultura e la città ne è il riflesso. Qui il cardo ed il decumano non si incontrano in un’unica piazza, come avviene di solito: qui lo sviluppo è stato multicentrico per una ragione ben precisa. Il nostro maestro di IV e V elementare Bruno Benelli, poi sindaco di Ravenna, ci insegnava infatti che Ravenna è stata fondata sette secoli prima di Roma, su delle palafitte, ed è la risultante dell’incrocio di fiumi, fiumicelli, argini e dislivelli di cui oggi vediamo la traccia, come in una sinopia’.

Il giro tra le piazze

Poi la partenza del giro tra le piazze. ‘La capitale imperiale è visibile nel Mausoleo Imperiale, quello di Galla Placidia vicino alla Basilica di San Vitale, unica Basilica al mondo che contiene assieme l’iconografia religiosa e quella civile con i cortei di Giustiniano e Teodosio. Ma oggi l’ingresso è distorto: quello principale non è la discesa che molti fanno dalla scaletta e nemmeno quello dei flussi turistici dal giardino. L’ingresso vero è simmetrico rispetto all’abside ed alla zona musiva di San Vitale, costruito così perché dall’ingresso si provasse, frontale e immensa, l’emozione del complesso absidale. Oggi l’ingresso di San Vitale è visibile andando nel secondo chiostro e da lì si vede San Vitale attraverso una porta di vetro sempre chiusa che propongo invece di aprire almeno una volta all’anno, per esempio il giorno di San Vitale. La piazza che non si vede è proprio qui: questo è il centro imperiale, tra largo Giustiniano e l’ex Caserma Gorizia, ora parcheggio, e il complesso monastico. Lo slargo tra San Vitale e Santa Maria Maggiore è magico, ed è emblematico perché distingue l’ambiente bizantino da quello romano con il primo campanile che è la premessa dei minareti e l’altro è il classico campanile dell’esarcato’. Patuelli si muove poi visivamente verso Piazza di San Francesco: ‘La Basilica si chiamava di San Pietro Maggiore e questo era il centro della città più antico di Piazza Maggiore, perché già esistente nel periodo di Dante e sicuramente ne ha ospitato i funerali. La zona Dantesca è un altro centro della città, zona talmente importante e significativa, al centro tra l’altro del fortilizio edificato dai Da Polenta, che addirittura Benedetto Croce, allora ministro della Cultura, le assegnò cospicui finanziamenti’.

Piazza del Duomo e Piazza dell’Arcivescovado

Di qui il passo è breve verso Piazza del Duomo e Piazza dell’Arcivescovado. ‘Altro centro storico fondamentale: il Duomo andrebbe però visto da dietro, dove la sua zona originale con la vecchia Basilica a cinque navate che va confrontata alla vecchia Basilica di San Pietro a Roma, e che vanta la più antica cappella arcivescovile al mondo, frutto di una storia che vedeva l’Arcivescovo di Ravenna estendere la sua giurisdizione da Ascoli a Piacenza fino alla valorizzazione dell’Arcivescovo di Bologna. Altro centro, significativamente simmetrico rispetto al Duomo, è la Basilica degli Ariani che anche qui richiama Roma, ovvero il Battistero di San Giovanni in Laterano con la pianta ottagonale, ed il Battistero di Pisa’. Di qui un altro salto nella storia: ‘C’è la parte di Ravenna reale - continua Patuelli - intesa nel senso di Teodorico con la piazzetta antistante la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e poi, altro centro di grande fascino, la Biblioteca Classense, una vera e propria città fortificata nella città fortificata, in cui i frati trovarono rifugio dagli invasori del mare’.

Piazza del Popolo

Come ripercorrendo a ritroso il giro di migliaia di turisti di questi giorni a Ravenna, Patuelli approda in quello che oggi è ritenuto il centro principale della città: ‘Piazza del Popolo è una locuzione recente: la piazza in realtà si chiamava Piazza Maggiore, come a Bologna. La piazza nasce quando l’imperatore non c’è più ed emerge il pluralismo: è l’elemento che rappresenta la libertà del libero comune, diverso dalla simbologia millenaria teodoriciana e religiosa. Qui il Palazzo del Governo, che era talmente importante e imponente da avere al suo interno anche un carcere, ed il Palazzo oggi del Comune hanno una porta nascosta (murata) che li mette in comunicazione: una porta che riscoprimmo con il sindaco Matteucci’. Poi il viaggio nello spazio si trasforma in viaggio nel tempo e arriva agli anni più recenti: ‘Le piazze artificiali novecentesche, Piazza Kennedy, Largo Firenze, Piazza dei Caduti, Piazza Renato Serra e Piazza Andrea Costa raccontano lo sviluppo recente della città, la sua storia moderna, così come Piazza Baracca è la risultante di un disastro fluviale relativamente recente. Questi sono tutti spunti che suscita il bel libro di Osiride Guerrini’. L’autrice ha poi concluso la presentazione raccontando come lei stessa cerchi di ‘girare la città immaginando la sua storia, ovvero i corsi d’acqua di un tempo’ apprezzando in particolare ‘i luoghi dove una lapide racconta la storia della città e non solo, come ad esempio i risultati del Referendum del ’46 sul Palazzo della Provincia’. In conclusione una storia speciale quella di Ravenna ‘di cui andare fieri _ chiosa la Guerrini e che dobbiamo contribuire perché venga trasmessa ai giovani perché siano cittadini del mondo ma anche cittadini di Ravenna’.

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