Ravenna, la Procura chiede il fallimento di Cmc
La Procura di Ravenna ha presentato istanza di fallimento per la Cmc. Un scossa che fa traballare nuovamente il colosso italiano del cemento e delle costruzioni, storica cooperativa ravennate scampata al tracollo nel 2020 grazie a un piano concordatario omologato dal Tribunale di Ravenna per fronteggiare un’esposizione di un miliardo e 612 milioni di euro. Non è andata proprio come previsto. Parte dei creditori prededucibili, privilegiati e chirografari che stando ai patti Cmc avrebbe dovuto saldare, non sarebbero stati pagati. Si tratta di dipendenti, professionisti, artigiani, oltre a fornitori vari ed enti verso i quali la cooperativa aveva accumulato debiti tributari e previdenziali. E’ andata meglio invece ai partner delle nuove commesse, che invece sarebbero stati saldati. Questo ha portato alla richiesta di liquidazione giudiziale presentata dal procuratore capo Daniele Barberini e dal sostituto procuratore Lucrezia Ciriello.
Prima ancora dell’udienza fallimentare, passata in sordina lo scorso 11 luglio, Cmc è corsa ai ripari depositando tramite gli avvocati Valerio Di Gravio, Silvio Lecca e Giuseppe Della Casa, istanza di avvio di una procedura alternativa al fallimento - in gergo - “composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa”, chiedendo la nomina di un esperto esterno per valutare la possibilità di salvare il piano concordatario.
Sarà ora compito della commercialista milanese Stefania Chiaruttini, incaricata dalla Carmera di Commercio, valutare entro ottobre le trattative con i creditori e verificare i margini per proseguire il processo di risanamento della società.
L’articolo integrale e gli approfondimenti sul Corriere Romagna, in edicola