Ravenna, la delega del vicesindaco tolta e data al Pd divide i Repubblicani: «Scippo politico»
«Una pessima pagina della politica ravennate e un pessimo inizio per il nuovo presidente della Regione». Non fa sconti la componente di minoranza del Pri che vede fra i capofila Luisa Babini e Paolo Gambi, l’indomani della seduta di giunta nella quale è stato deciso che il ruolo di vicesindaco passa dal repubblicano Eugenio Fusignani al Pd Fabio Sbaraglia, senza che questa scelta crei un caso politico o sollevi dubbi sulla tenuta della maggioranza. Ma a mostrare irritazione ci pensa quella parte del Pri che non ci sta e firma una nota dal titolo: «Pd rullo compressore. Scippato il vicesindaco al Pri».
E in effetti nelle poche righe di comunicato nessuno si salva dal giudizio più che negativo: «Pensavamo di averle viste tutte, ma ci sbagliavamo. Allo scopo di garantire a sé stesso la continuità nella gestione del potere, il Pd ravennate toglie di mezzo senza tanti problemi il vice sindaco del Pri e nomina in quella carica istituzionale un proprio fedelissimo, così la reggenza dopo l’elezione di De Pascale a presidente della Regione, nei mesi che ci separano da oggi alle elezioni comunali di primavera è messa al sicuro».
Visioni opposte
Toni ben diversi da quelli accomodanti del Pri “di governo” che in questi anni ha condiviso ogni passo e ogni scelta con il Pd, guidato da Alessandro Barattoni, prossimo candidato alla successione nella carica di sindaco di Michele De Pascale.
Fusignani nella veste di segretario regionale dell’Edera, da mesi sul tema della reggenza, per legge assegnata al vicesindaco in caso di decadenza del primo cittadino, ha continuato a ripetere che perdere il ruolo non rappresentava un problema e che il Pri è pronto a confermare il proprio apporto in coalizione rivendicando il ruolo del vicesindaco alle prossime elezioni comunali di primavera. Schema che solo un risultato consistente di Alleanza Verdi e Sinistra potrebbe mettere in discussione, considerato che il Pri nel 2021 raggiunse il 5% e alle recenti Regionali in alleanza con Azione Più Europa e Psi ha raccolto il 3%.
Quindi un alleato fedele che non ha mai sollevato polemiche e un Pd in ascesa nei consensi, soverchiante nei numeri rispetto a qualsiasi forza in coalizione fa dire alla minoranza repubblicana, in una città ormai disabituata al confronto aperto, al netto delle polemiche necessariamente sollevate dall’opposizione: «Due i messaggi che il Pd lancia. Uno di tipo generale: qui comando io e non si discute. Uno al Pri: non siete nessuno, qual è il vostro ruolo lo decido io e zitti». Passo e chiudo.