Ravenna, l’inchiesta sulle navi abbandonate: “Non c’è inquinamento”

Non solo la Berkan B. Sul cosiddetto “cimitero delle navi” nel porto di Ravenna la Procura ha aperto un anno fa un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di inquinamento ambientale. All’esito delle indagini svolte dalla Capitaneria di porto, il sostituto procuratore Monica Gargiulo ha chiesto tuttavia l’archiviazione. Ma Italia Nostra non ci sta; l’associazione ambientalista i cui esposti hanno dato il via alle inchieste sia sulla nota general cargo, sia sulle tre imbarcazioni bloccate nella penisola Trattaroli del canale Piombone, ha deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione e domani si presenterà in tribunale per l’udienza fissata davanti al giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti.
La vicenda, questa volta, riguarda tre imbarcazioni russe abbandonate nel 2009, la Orenburg Gazprom, la Nikolaev e la Vom-Gaz, ribattezzate le “tre caravelle” a dispetto della sorte ben più sventurata di quella dei vascelli di Colombo; dopo l’abbandono, furono trasferite nel canale Piombone, in un’area non banchinata antistante la penisola Trattaroli, dove tutt’ora si trovano in pessimo stato di conservazione, adagiate sul fondale e non più in grado di navigare. Nel 2017 Autorità portuale ha intimato all’armatore russo di rimuoverle o demolirle, senza ricevere risposta. Se n’è interessato il nuovo proprietario, la Nordline Logistic gmbh, tuttavia senza dare seguito al recupero. Nell’aprile del 2021 arriva un nuovo ordine di rimozione di Ap, ma anche questo cade nel vuoto, seguito solo da un’ispezione subacquea, senza alcun progetto di rimozione. Così la Capitaneria di porto, nel luglio dell’anno scorso, ha notificato dopo svariati tentativi un nuovo ultimatum per la rimozione.
Al di là delle carte bollate, le indagini pare non abbiano fatto emergere elementi penalmente rilevanti, ma solo sette violazioni amministrative. Le analisi dei campioni d’acqua, inoltre, non avrebbero riscontrato criticità dal punto di vista ambientale. Si basa su questi riscontri la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura.
Sul pericolo inquinamento, tuttavia, Italia Nostra insiste. E lo fa a ridosso della sentenza in Cassazione, che nei giorni scorsi ha annullato la condanna nei confronti del presidente di Autorità Portuale Daniele Rossi per gli sversamenti provocati dalla Berkan B nella pialassa Piomboni. Il processo per il dirigente dell’Ente di via Antico Squero, dovrà ripartire dal tribunale di Ravenna derubricando probabilmente la contestazione in inquinamento colposo, reato contravvenzionale, così come accaduto nella sentenza di primo grado. Quanto alle “tre caravelle”, domani sarà il giudice a decidere se disporre nuove indagini oppure chiudere il caso.