Ravenna, in silenzio davanti al giudice la guardia medica accusata di violenze sessuali sulle pazienti
RAVENNA - Si è tenuto ieri mattina in tribunale a Ravenna davanti al giudice per le indagini preliminari Andrea Galanti l’interrogatorio di garanzia del dottore 68enne assunto dall’Ausl della Romagna durante la scorsa stagione estiva per il servizio di guardia medica turistica e finito agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale continuata aggravata dall’abuso della propria funzione di medico nei confronti di tre donne. L’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Lorenzo Gusella di Cesenatico, ha però preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Il suo legale ha comunque già anticipato che a breve nei prossimi giorni presenterà alla cancelleria del tribunale domanda di riesame, ovvero l’impugnazione contro l’ordinanza della misura cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari (in questo caso appunto gli arresti domiciliari) per chiederne la revoca.
Il medico 68enne, come detto, è ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale commessa nei confronti di tre donne, d’età compresa tra i quaranta e cinquant’anni, avvenuta nel corso di visite ambulatoriali e domiciliari. Non è escluso però che ora, appresa la notizia, altre donne decidano di farsi avanti e denunciare l’accaduto.
I fatti risalgono all’estate scorsa, tra i mesi di agosto e settembre, quando le vittime si sono rivolte al servizio di guardia medica turistica per problemi di salute. Nel corso delle visite, svolte in due casi presso gli ambulatori di Pinarella di Cervia e Lido Adriano mentre in un altro caso all’interno di un’abitazione privata a Milano Marittima, il medico, abusando del proprio ruolo, anziché limitarsi al normale svolgimento della visita da quanto emerso avrebbe approfittato della situazione palpeggiandole nelle parti intime e in due casi provando addirittura a baciarle in bocca.
Le donne, a seguito dei gravi episodi che le hanno viste loro malgrado protagoniste, alla fine hanno lo stesso trovato la forza di segnalare quanto accaduto all’Urp dell’Ausl Romagna che ha immediatamente inoltrato le segnalazioni alla Procura di Ravenna. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Lucrezia Ciriello, sono state condotte dai carabinieri di Cervia Milano Marittima. Alla luce di quanto emerso dall’attività dei militari, grazie ai racconti forniti dalle vittime e all’acquisizione della documentazione sanitaria, per il medico prima sono scattate le manette e poi gli arresti domiciliari presso la propria abitazione di Roma a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.