Ravenna, “il tuo curriculum è stato accettato”: ma al telefono risponde un ottantenne

“Il tuo curriculum è stato accettato”, ma risponde un ottantenne al telefono... È una delle storie bizzarre nel report di Cgil Ravenna sulle truffe telefoniche.
“La fantasia - riporta la Cgil - di coloro che si servono dei sistemi di comunicazione elettronica per tentare truffe ai danni di cittadini inconsapevoli è sempre più fervida. Le frodi telefoniche ed informatiche sono le più diverse: alcune suscitano ilarità (ottantenni che si sentono dire al telefono che il loro curriculum allegato alla domanda di lavoro è stato accettato), altre purtroppo possono indurre in errore e causare conseguenze spiacevoli. Nel 2024 sono stati trattati in Emilia-Romagna 18.714 casi di truffe online con un incremento del 15% rispetto ai 16.325 del 2023. Il numero di persone indagate è rimasto invariato (circa 3.500) mentre le somme sottratte hanno subito un notevole aumento del 32% passando da 137 a 181 milioni di euro. Nel 2024 il centro di Polizia Postale dell’Emilia Romagna ha svolto 1.644 indagini eseguendo 22 perquisizioni, 5 arresti e 250 denunce, ma il numero di persone raggirate è sicuramente maggiore se, come pare, molti sono quelli che per vergogna o per cifre non elevate e rassegnazione decidono di non denunciare”.
La truffe telefoniche più diffuse
Continuano le vergognose telefonate a persone anziane, per indurle a consegnare denaro o preziosi allo scopo di aiutare parenti stretti che si troverebbero in situazioni di pericolo (p. es. necessità di interventi chirurgici, risarcimento danni da incidenti stradali). La denuncia di queste gravissime speculazioni è assolutamente necessaria.
Inoltre, si diffondono sempre più i tentativi di impadronirsi di dati personali, evidentemente per sottrarre denaro (accesso alla carta di credito) oppure per avere informazioni che serviranno per usi illeciti (documenti e codici fiscali usati per documenti falsi, accesso alla posizione pensionistica).
L’ultima truffa diffusa nella nostra provincia, in ordine di tempo, è un messaggio con il logo dell’Inps, ricevuto via email o WhatsApp, in cui si invitano i destinatari ad inviare dati relativi a una mancanza (evidentemente del tutto inventata) nella dichiarazione dei redditi. A parte il fatto che il messaggio contiene evidenti errori di lingua italiana, è noto che l’Inps non ha nulla a che vedere con le pratiche fiscali.
Non parliamo poi della miriade di messaggi apparentemente provenienti da gestori telefonici o dell’energia, banche, siti di e-commerce, con loghi abilmente contraffatti, in cui si chiedono urgentemente dati (indirizzo, codice fiscale, addirittura IBAN), per “effettuare una verifica”. Nessuna azienda bancaria, assicurativa, telefonica o di distribuzione di gas, corrente elettrica o acqua, o che gestisca siti commerciali tipo Amazon o Ebay, richiede i nostri dati personali, per l’ovvia ragione che glieli abbiamo già comunicati al momento della conclusione del contratto. In questi ultimi giorni sono stati segnalati anche messaggi e telefonate (già smentiti con un comunicato da Asl Romagna) con richieste di dati personali per la fruizione di prestazioni sanitarie. Comunque, nel dubbio, prima di rispondere o di cliccare su di un link contenuto in un messaggio, è consigliabile aspettare e mettersi in contatto con l’azienda (tramite i canali ufficiali e non affidandosi ai recapiti forniti dal messaggio sospetto) e chiedere se il messaggio sia autentico.
Questo vale anche per le offerte telefoniche di contratti: è opportuno chiedere sempre i dati di chi telefona (nome e codice dell’operatore o del call center), per verificare con il gestore se la telefonata sia autentica.
“In ogni caso - termina la nota della Cgil - non c’è alcuna fretta di rispondere: occorre sempre verificare l’autenticità dei messaggi e-mail, sms o WhatsApp. Ovviamente, le truffe accertate vanno poi denunciate alle autorità di polizia. Federconsumatori, assieme allo Spi della provincia di Ravenna, stanno programmando assemblee pubbliche per incontrare pensionati e cittadini per aiutarli ed informarli, spiegando come riconoscere i messaggi truffaldini e di conseguenza come difendersi. Rivolgetevi alle sedi della Cgil della nostra provincia per prendere anche appuntamenti dedicati”.