Ravenna, il ricordo del bar Mosaico: un luogo di fermento culturale

Ravenna

RAVENNA - In via Argentario 26 oggi c’è una piadineria frequentata da turisti a pochi passi da San Vitale, tra il 1966 e il 1988 invece dal mattino a tarda sera si apriva il bar Mosaico, epicentro della vita artistica e culturale cittadina, luogo sicuro per studenti, artisti, fotografi, intellettuali, dove i giovani si mescolavano agli avventori tradizionali, dove figure di riferimento del mondo culturale dell’epoca si ritrovavano per discutere e immaginare il futuro. E a distanza di tanto tempo ancora vive la memoria di quella stagione e del mitico titolare Romano Scarponi, anima del bar Mosaico. Grazie all’associazione Dis – Ordine dei cavalieri della malta e di tutti i colori si è svolto un incontro per ricordare anche Saturno Carnoli che a quel luogo, a Scarponi e ai suoi avventori dedicò un libro. Nei prossimi giorni sarà installata un’opera in mosaico realizzata da Paolo Racagni che interpreta in mosaico la copertina del libro e un QR code collegato a una video presentazione fotografica. «Nonostante la pioggia, il bar era pieno – racconta Marcello Landi, presidente dell’associazione Dis – Ordine – c’era alcuni degli avventori di allora che hanno potuto ascoltare la lettura di alcuni brani del libro letti da Carla Baroncelli e Gianluigi Tartaull, libro che abbiamo digitalizzato aggiungendo altre foto, mentre su YouTube è disponibile un video».

La memoria

Landi, artista e agitatore culturale, ricorda bene quegli anni in cui la vicinanza del laboratorio del mosaicista Signorini, di alcune aule dell’istituto del mosaico e degli uffici della Soprintendenza garantivano un afflusso continuo. «Veniva gente da tutta la città e anche da fuori, nonostante le tante posizioni politiche non ci sono mai state risse. Il bar finì in una guida alternativa tra i luoghi da visitare. Così un giorno, lì conoscemmo Vassilis Vassilikos, lo scrittore greco esule, con la moglie chiese ospitalità lontano dagli alberghi perché, sapemmo dopo era ricercato dai servizi segreti inviati dalla dittatura dei colonnelli, per il libro Z l’orgia del potere, da cui il regista Costa - Gavras trasse poi un film. Così per una settimana lo ospitammo nello studio che avevo con Oddone in via Cavour». Un luogo unico per Ravenna, in anni di grande fermento, dove le ragazze per la prima volta arrivavano da sole e uscivano di sera in autonomia; dove figure come Mario Salvagiani ideatore con Cristina Muti di Ravenna Festival, Giulio Guberti anima della pinacoteca prima che nascesse il Mar, Ennio Dirani, Carlo Bubani fondatore di Ravenna jazz tra una chiacchiera e l’altra definivano la vita culturale della città degli anni a venire.

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