Ravenna: il ministero le nega il visto di studio, lei vince al Tar e lo ottiene
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RAVENNA - Doveva frequentare il primo anno di laurea magistrale a Ravenna ma il Ministero degli Esteri le ha negato il visto per motivi di studio. Così una ragazza algerina si è rivolta al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio, che ha ribaltato la decisione della Farnesina. La sentenza è stata pubblicata lo scorso 6 febbraio. Il visto per motivi di studio è necessario alla ragazza per poter frequentare il primo anno di Science and Technologies for Environmental Sustainability, un corso in lingua inglese che si tiene al Campus di Ravenna.
Secondo il Ministero, la ragazza non avrebbe dimostrato di possedere mezzi economici adeguati rispetto a quanto richiesto per il soggiorno di studio: una cifra mensile di circa 459 euro, pari a 5.997 euro all’anno. Inoltre, la studentessa non conosceva secondo il responso ministeriale i fondamenti della lingua italiana.
A sua difesa, l’interessata ha documentato l’adeguatezza dei propri mezzi economici, presentando l’estratto conto personale con un saldo di circa 12.340 euro. Ha inoltre dimostrato di poter contare sulla garanzia economica prestata dalla sorella e dal cognato, titolari in Italia di solide posizioni lavorative, che hanno messo a disposizione i propri risparmi, depositati nei rispettivi conti correnti bancari. La giovane ha anche presentato un certificato di conoscenza della lingua italiana di livello B2.
Il Tar, di fronte alla documentazione presentata, ha dato ragione alla studentessa, specificando che il Ministero «non ha provato che i mezzi economici dei quali dispone la studentessa algerina abbiano carattere precario o derivino da fonti dubbie». Le disponibilità economiche per gli anni successivi, secondo i giudici, verranno accertate successivamente dalla Questura in occasione del periodico rinnovo del permesso di soggiorno in Italia. Inoltre, la valutazione del livello di conoscenza della lingua italiana non sarebbe motivo ostativo per negare il visto e spetterebbe nel caso specifico all’Università di Bologna. Il tribunale ha anche escluso qualsiasi tipo di “rischio migratorio”.
In sintesi, «la competente Rappresentanza Diplomatica dovrà nuovamente provvedere sull’istanza di visto per motivi di studio in tempo utile per l’immatricolazione definitiva della studentessa algerina». Più nello specifico, dato che la ragazza avrebbe voluto frequentare l’anno in corso, i giudici ordinano di provvedere entro cinque giorni.
Elena Sahiti