Ravenna. Entra in chiesa e si siede sull’altare: «Sono divino, posso stare qui»
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E’ scappato dal reparto di Psichiatria. Destinazione, centro storico, piazza San Francesco, dove, dopo essere entrato nella basilica sedendosi dietro l’altare, dal lato del sacerdote, si è fatto arrestare per resistenza a pubblico ufficiale.
Protagonista del singolare episodio che domenica pomeriggio ha reso necessario l’intervento della polizia locale, è un 26enne originario del Brasile ma residente a Massa Lombarda. Su di lui si erano già posati gli occhi di un agente della municipale pochi minuti prima che entrasse nella chiesa, palesemente alterato. Dava nell’occhio, e non solo per l’abbigliamento per così dire “eccentrico”, ciabatte ai piedi, un solo guanto di pelli indossato in una mano, e nel complesso molto trasandato. Aveva fermato appunto l’operatore riferendogli di essere stato derubato e chiedendogli un passaggio a casa, per poi rifiutarsi di sporgere querela e allontanarsi insultandolo, fra dito medio alzato e accuse di “non fare un c... e rubare lo stipendio”. Entrato in chiesa, l’agente lo ha seguito chiedendo supporto alla centrale operativa, per poi entrare a sua volta nella basilica. All’interno lo straniero si era piazzato in una sedia nei pressi dell’altare, iniziando a proferire frasi sconfusionate, tipo “Io sono divino e posso stare qui”. L’ispettore ha cercato di convincerlo a scendere per portarlo fuori dalla chiesa, ma senza successo. Il 26enne però, dopo essersi alzato di scatto, gli si è fatto contro minacciandolo ad alta voce: “Io sono divino. Se voglio posso chiamare un gruppo di angeli e farti uccidere”. Inutile il tentativo di calmarlo. Il ragazzo gli si è avventato contro sferrandogli due pugni sulla nuca, prima di essere immobilizzato. Una seconda pattuglia lo ha poi riconosciuto: lo straniero infatti era già stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio nei giorni precedenti e ricoverato nel reparto ospedaliero dal quale era fuggito. Ieri in tribunale si è tenuto il processo per direttissima. Lo straniero, difeso dall’avvocato Samuele De Luca, è comparso davanti al giudice Cosimo Pedullà. A fronte della richiesta avanzata dal vice procuratore onorario Simona Bandini l’arresto è stato convalidato, disponendo l’obbligo di firma quattro volte a settimana.