Ravenna, ecco i candidati alle Regionali di Fratelli d’Italia

Ravenna

RAVENNA - «Non me ne abbiano gli alleati, ma l’unico voto utile per le prossime elezioni Regionali è quello a Fratelli d’Italia. Abbiamo la ragionevole certezza di poter esprimere un consigliere». Davanti alla stampa e ai sostenitori ravennati, la senatrice Marta Farolfi presenta la lista di FdI, indica le priorità sulle quale promette impegno e attacca il Pd e il candidato Michele De Pascale. Per la prima volta dall’istituzione delle Regione la destra è certa di eleggere i propri consiglieri in ogni collegio e per quello di Ravenna la scelta è caduta sul capolista Alberto Ferrero, 43 anni operatore finanziario, capogruppo in consiglio comunale; su Stefano Bertozzi 51 anni, quadro direttivo del settore bancario, capogruppo a Faenza; Annalisa Pittalis, 57 anni, imprenditrice del settore ricettivo, capogruppo a Cervia; e Desy Maja, 21 anni, studentessa in giurisprudenza, coordinatrice per la Bassa Romagna di Gioventù nazionale.

Dopo le parole di sostegno alla candidata del centrodestra Elena Ugolini «pragmatica, non ideologica, non aggressiva, vicina ai cittadini», Marta Farolfi ringrazia il governo per l’istituzione della Zona logistica semplificata e pone come priorità la messa in sicurezza del territorio vista «l’incompetenza dimostrata dalla Regione» criticando «l’ambientalismo da salotto di De Pascale». Il candidato alla presidenza diventa in breve il bersaglio di tutti gli interventi. «È un personaggio politico molto performante – prosegue la senatrice - ma ha già preso le distanze dai predecessori sul consumo di suolo, sui Cau e sul servizio tecnico regionale. Ma in 7 anni da sindaco non si è accorto di nulla?». Sul tema alluvione va in scia il faentino Bertozzi che pone come obiettivo per il partito l’aumento del consenso per contare di più e punta il dito sull’agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, due competenze «che vanno separate». E non risparmia l’autorità di bacino del fiume Po che non ha attuato i piani per la Romagna. «Si continuano a nascondere le responsabilità per la mancata manutenzione del territorio».

Per Alberto Ferrero è «da Ravenna che bisogna partire», la città di De Pascale che ha ferme opere pubbliche come il palazzo dello sport, la piscina e l’ex Caserma Dante Alighieri «ed è la più cementificata della regione». Un attacco che tocca la sanità con l’Ausl Romagna «che fa acqua da tutte le parti, con l’ospedale di Ravenna nelle vesti di Cenerentola perché il sindaco non ha fatto abbastanza fino alla situazione grottesca dell’acqua marrone che esce dai rubinetti». E poi le infrastrutture dall’Adriatica, alla Ravegnana al bypass sul Candiano, fino alle tratte ferroviarie verso Ferrara e il binario unico verso Russi. Per Annalisa Pittalis il problema degli emiliani romagnoli, gente che ha la cultura del fare è che «è governata dalla sinistra». Critica poi il Cau, progetto pilota nato a Cervia e per sostenere il turismo chiede che l’alta velocità tocchi Cervia. Infine Desy Maja auspica una maggiore presenza di giovani impegnati in politica e pone in primo piano scuola, sport, decoro urbano, sicurezza e giovani famiglie.

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