Ravenna, dentro l’escape room più grande della Romagna: ecco come funziona
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RAVENNA - Pochi passi oltre le mura di Ravenna per entrare nella stanza dei misteri. Abbiamo provato in anteprima la nuova escape room progettata da Cronos, situata in via Circonvallazione Canale Molinetto 27, la più grande in Romagna grazie ai suoi 500 metri quadrati che riescono a contenere sette stanze. Arrivati a destinazione ci ha accolti Fabio Camparini, titolare della neo sede Cronos ravennate che ci ha illustrato il locale che inaugurerà oggi, mercoledì 19 febbraio. Infatti nella giornata di ieri erano in corso gli ultimi lavori prima dell’apertura. L’imprenditore ci ha spiegato quello che saremmo andati a fare e quello che avremmo potuto trovare all’interno. Finite le premesse Camprini ci ha accompagnato alla stanza dove ci ha lasciato per farci cominciare la nostra esperienza.
La stanza che abbiamo provato si chiama “Psycho Hospital 1969”, un ospedale psichiatrico abbandonato che nasconde inquietanti misteri. Avremmo potuto provare anche “Scuola di Magia” ma dato che è stata ultimata soltanto nel pomeriggio non ci siamo riusciti. Appena entrati ci siamo divisi in due sale adiacenti, simili nell’aspetto ma diverse nell’utilità: contenevano degli sportelli, apribili in seguito alla risoluzione degli indovinelli, dei tubi e anche dei quadri. I primi dieci minuti, a detta di Camparini, servivano per ambientarsi e per capire più o meno come si dovesse agire per poi, col passare del tempo, cominciare a individuare i vari indizi e a cercare di uscirne. Risolto l’enigma delle prime due stanze si è aperta una porta che ci ha portati in una stanza dove, in primo piano, c’era una finta sedia elettrica. A seguito di una esplorazione dettagliata della stanza e dopo aver capito i vari trucchi, uno di noi si è dovuto “sacrificare” andando sulla sedia da cui, una volta azionata, sono usciti del vapore e delle luci che ci hanno condotto in un’altra stanza. Quest’ultima era a tema sala operatoria, con tanto di paziente sopra il lettino. Mentre ci trovavamo in questa stanza, a nostro malincuore, è finito il tempo che avevamo a disposizione, pari a 60 minuti. Camparini per tutta la durata del gioco faceva il game master: ci guardava dalla sala di controllo per vedere se stessimo agendo nella maniera corretta e anche per darci dei consigli qualora ci fossero serviti. A seguito del nostro tentativo non riuscito ci è venuto a prendere nella stanza senza darci però la soluzione invitandoci a tornare. Una bella esperirenza: oltre alla disponibilità e alla simpatia del titolare, traspare come gli indovinelli e le ambientazioni siano state ideate e realizzate con molta cura. Il consiglio è quello di andarci in gruppo perché la collaborazione all’interno dei giochi è la cosa fondamentale.
Pietro Argelli