Ravenna, crisi Cofari: scintille in consiglio comunale tra maggioranza e opposizione

Ravenna

RAVENNA Scintille ieri in consiglio comunale nel corso dei question time dedicati alla crisi dell’impresa cooperativa Cofari, tra sospensione dei lavori e parole grosse volate in aula. I consiglieri Alberto Ancarani di Fi e Alvaro Ancisi di Lpra hanno chiesto l’uno il motivo del prolungato silenzio e se davvero l’amministrazione comunale non sapesse niente della vicenda e l’altro che fine hanno fatto i soldi trattenuti ai lavoratori, nella contrapposizione tra debitori insolventi e creditori sfiduciati. La risposta dell’assessora alle attività produttive Annagiulia Randi della Lista De Pascale sindaco è stata più volte interrotta dal consigliere Ancarani, tanto che il presidente del consiglio Massimo Cameliani ha ammonito il consigliere di Fi e interrotto la seduta.

Uno scontro totale su due visioni contrapposte del modello cooperativo, con l’assessora che ha infine letto la propria risposta. Dal canto suo Ancisi ha ricordato lo stato di crisi avviato nel 2009 che per 15 anni ha sottratto 6 ore di lavoro al mese a ogni socio, ha ridotto tredicesime e quattordicesime al 30%, fino alla contestazione e alla multa milionaria di Inps. Randi alla ripresa dei lavori ha specificato che il ruolo dell’amministrazione comunale non è dirimere controversie e crisi aziendali, tanto che sarebbe inopportuno se il sindaco si frapponesse tra le parti, quando sono in corso vertenze con Inps e Inail e in ballo c’è un accordo sulla ristrutturazione del debito. «L’invito è quello ad esprimersi con cautela: non è corretto parlare di fallimento. Il nostro auspicio è che si arrivi alla copertura della quota sociale. Dei 104 soci 90 facchini sono stati assorbiti dalla società Elle Emme, 14 hanno trovato impiego nel territorio. Cofari rappresenta una realtà del territorio a cui va la nostra sincera solidarietà. Auspichiamo un buon esito per la vicenda». Per Ancarani si tratta di «corbellerie. Il Comune ha seguito una marea di crisi aziendali. Temo che i lavoratori non riavranno la loro quota sociale. Sulla Cofari non ha detto una parola perché è in grave imbarazzo. Questo modo di fare impresa crea un meccanismo distorto nell’economia di un territorio». Per Randi certi comportamenti, in riferimento al consigliere, «squalificano chi li fa». Ancisi invece reclama una risposta e torna a dire che la crisi della Cofari non avrebbe potuto sfuggire alla giunta, come tutto ciò che avviene nel porto, avendo una partecipazione in Sapir e in presenza di Autorità portuale.

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