Ravenna, concessioni balneari: il Comune al lavoro per avviare i bandi
Il Comune risponde all’Autorità Garante per la Concorrenza sulle concessioni demaniali. L’Agcom aveva richiamato Palazzo Merlato sulla decisione di prorogare le concessioni balneari a tutto il 2024, assunta alla fine del 2023, per salvare la stagione balneare dalla Bolkenstein. L’amministrazione prende atto ma tiene il punto sul tema, spiegando che alla luce del caos normativo nazionale non poteva che agire diversamente.
L’alternativa sarebbe stata quella di disporre 203 procedure di gara - tante sono le concessioni balneari - entro l’estate. C’era in altre parole «l’oggettiva impossibilità di vedere esperite e concluse» tali procedure di evidenza pubblica prima della stagione. E dato, ribadisce sempre l’ente ravennate, che si tratta di un servizio che costituisce «un preminente interesse pubblico» si è deciso di agire in autonomia, come fatto da altri comuni costieri. In ogni caso la giunta «condivide la necessità che, a normativa euronitaria vigente, non solo Ravenna ma il sistema italiano si ponga nell’ottica di adempiere alle prescrizioni della giustizia amministrativa ed europea». In altre parole per il Comune è ora che lo Stato dia seguito in qualche modo a quanto disposto dalla Bolkestein, direttiva risalente al 2006, togliendo le imprese balneari dall’incertezza delle proroghe.
Ma soprattutto la giunta comunale fa notare quanto sia difficile al momento muoversi sul tema a fronte di decreti legge del governo cancellati dal Consiglio di Stato e di deleghe non attuate dall’esecutivo. Il Comune ha sfruttato la possibilità data dalla legge del 2022, tornata in vigore dopo la bocciatura del Consiglio di Stato di quella più recente, di prorogare al 31 dicembre 2024 le concessioni balneari. Insomma, in un quadro «privo di riferimenti chiari», la giunta ha preso atto «della durata delle concessioni al 31 dicembre 2024» in conseguenza dell’applicazione della legge di due anni fa. Il tutto, però, «al solo fine di contemperare l’avvio delle procedure competitive». E’ stato così avviato un lavoro organizzativo che prevede la costituzione di un gruppo di tecnici che si occuperanno delle procedure selettive di cui «non si nega la cittadinanza, anzi, si fanno propri i criteri». Resta poi aperta - fa notare l’amministrazione - la questione degli eventuali indennizzi agli attuali concessionari su cui la giurisprudenza deve ancora pronunciarsi. Se il Comune anticipasse le tempistiche dei bandi rispetto a questa decisione scoprirebbe il fianco ad eventuali ricorsi e contenziosi futuri.