Ravenna: aumento del 30% dei casi di intossicazione da monossido di carbonio
Il monossido di carbonio a Ravenna continua a rappresentare una minaccia grave, con un incremento del 30% dei casi di intossicazione tra settembre e novembre rispetto al 2023. Secondo i dati del Centro Iperbarico di Ravenna, i pazienti trattati sono passati da 24 a 36. Questo incremento preoccupa, soprattutto considerando che il periodo più freddo, storicamente il più critico, deve ancora arrivare.
Piergiorgio Marotti, amministratore del Centro Iperbarico, sottolinea come il fenomeno coinvolga persone di tutte le età, dai neonati agli adulti. Tra i casi registrati in autunno, anche alcuni volontari impegnati nelle zone alluvionate, intossicati dall’utilizzo di generatori elettrici in spazi chiusi. «Oltre ai classici episodi legati al monossido di carbonio, quest’anno abbiamo visto più casi dovuti a incendi domestici e a caldaie non manutenute. È fondamentale effettuare controlli annuali per prevenire tragedie», spiega Marotti.
Il monossido di carbonio è un gas incolore e inodore che può rivelarsi letale. I sintomi iniziali, come mal di testa, nausea e stanchezza, possono facilmente essere sottovalutati. «Il monossido consuma ossigeno e si accumula negli ambienti poco ventilati. Bambini e animali domestici, che si trovano più vicini al suolo, sono i primi a risentirne», avverte Pasquale Longobardi, direttore sanitario del Centro Iperbarico di Ravenna.
Un recente episodio ha coinvolto una squadra di calcio umbra: diversi giovani accusavano disturbi simili, poi ricondotti al malfunzionamento di una stufa nello spogliatoio. Questo caso dimostra quanto sia importante riconoscere rapidamente i segnali e intervenire. La diagnosi avviene tramite un’emogasanalisi al Pronto Soccorso, ma il trattamento d’emergenza con ossigeno è cruciale.
La camera iperbarica si rivela spesso salvavita: «In circa 20 minuti si dimezza l’intossicazione, permettendo un recupero rapido», precisa Marotti. Il Centro Iperbarico di Ravenna, operativo 24 ore su 24, accoglie pazienti da tutta la Romagna e da altre regioni. Nonostante le campagne di sensibilizzazione, l’intossicazione da monossido di carbonio resta una problematica sottovalutata. «Solo con una maggiore consapevolezza e il rispetto delle norme di sicurezza possiamo ridurre il numero di casi», conclude Longobardi.