Ravenna, assistente alla poltrona in uno studio dentistico costretta a svolgere funzioni da direttore medico, interviene l’Ugl
Assistente alla poltrona costretta a svolgere in realtà funzioni da direttore medico. E’ il caso sollevato dall’Ugl Terziario Romagna che ha denunciato uno studio dentistico con sede a Ravenna ma presente su tutto il territorio nazionale. Come viene illustrato in una nota del sindacato, la lavoratrice sarebbe stata costretta a lavorare 56 ore settimanali e a svolgere mansioni non rientranti nella declaratoria di appartenenza. “Negli ultimi mesi le veniva chiesto di fare da segretaria ed emettere fatture digitalizzate per i pazienti e preparare piani terapeutici in base alle loro problematiche, cosa non competenza ad una assistente alla poltrona ma di un direttore medico con le dovute competenze e specializzazioni nel settore” rimarca il sindacato che sottolinea anche come la donna sia stata anche trasferita ad altra sede “ma senza alcun riconoscimento per le missioni fuori sede lavorando 10 ore al giorno come da programma orario settimanale. I rimborsi venivano dati a forfait e non come previsto dal ccnl applicato e solo dopo il nostro intervento è rientrata nella sede di Ravenna. La lavoratrice è dovuta ricorrere a cure psichiche e sedute da uno psicologo per il forte stress da lavoro correlato dovuto a pressioni sulle mansioni che non era tenuta a svolgere tanto che è dovuta rimanere a casa in malattia per diversi periodi con tanto di certificazione medica inviata all’Inps. Peccato che in busta paga siano state scaricate ferie e non malattia, aspetto che verificheremo con l’ente. Abbiamo ritenuto grave e lesivo della dignità e dei suoi diritti di una donna lavoratrice , ancora una volta un accanimento ingiustificato sulle donne lavoratrici che sono tenute a sottostare a molte richieste che, molto spesso , esulano anche dal rapporto di lavoro in essere - prosegue la nota -. A seguito di questo diniego l’azienda non ha provveduto al rinnovo contrattuale ritenendo la sua posizione non corrispondente alle richieste, quando in realtà le richieste non erano consone alle mansioni e titolo di studio posseduto dalla lavoratrice. Lo studio ha continua mancanza di personale per effetto di dimissioni anche in altre sedi. Da parte nostra - conclude il sindacato - provvederemo nell’immediato a chiedere il risarcimento dei danni subiti dalla nostra assistita”.