Ravenna, ancora nessun nome dal centrodestra per il futuro candidato sindaco
Non si troverà sotto l’albero di Natale il candidato sindaco del centrodestra, ma con ogni probabilità arriverà dopo l’Epifania. A fare il punto è il capogruppo di Fratelli d’Italia e neo eletto in consigliere regionale, Alberto Ferrero.
«Dopo aver lavorato tutti per la campagna elettorale delle Regionali, abbiamo ripreso gli incontri di coalizione e siamo pronti a valutare una rosa di nomi - commenta Ferrero -. Ogni gruppo fa la sua proposta, ma tra noi non ci sono veti né ci devono essere».
Ferrero continua rimanere fuori dal dibattito sulla scelta di una figura civica o di esperienza politica che si era acceso prima e dopo il risultato e l’esperienza di Elena Ugolini, candidata civica alla presidenza della Regione.
«Per me pari sono – sostiene Ferrero -pur che sia vincente». Per l’esponente di FdI, che continuerà a vestire i panni di capogruppo in consiglio comunale, si tratta della prima costruzione di un candidato sindaco, di una coalizione e di un programma nel ruolo di forza trainante.
FdI rappresenta il primo partito e dovrà dimostrare di saper far meglio della Lega nel 2021 quando la coalizione non prese forma e i candidati di opposizione furono quattro, consegnando al sindaco De Pascale, al secondo mandato, una vittoria in scioltezza.
«Stiamo lavorando anche con le liste civiche presenti in consiglio e l’intenzione è quella di rimanere uniti» informa l’esponente di Fratelli d’Italia. Questa volta, con il governo nazionale amico, il centrodestra proverà a dare segnali di compattezza nella sfida ad Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd, da luglio già al lavoro nelle vesti di candidato del centrosinistra. Le prossime settimane diranno se la sintesi sul nome è vicina e se Lpra, La Pigna e Viva Ravenna saranno parte della coalizione composta da FdI, Fi e Lega. Intanto Ferrero dopo l’insediamento dell’assemblea regionale attende la creazione delle commissioni con un interesse particolare per quella dedicata alla tutela del territorio «perché la Romagna è stata dimenticata e Ravenna è una delle città più cementificate d’Italia» e quella che si occuperà di attività economiche.