Ravenna al settimo posto fra le città più inquinate d’Italia secondo Ener2Crowd.com
RAVENNA. Nelle nostre grandi città, l’inquinamento causato principalmente dal traffico stradale è ora aggravato dallo stress termico conseguenza diretta del cambiamento climatico. Basandosi su parametri internazionali, Ener2Crowd.com, la piattaforma di investimento e risparmio sostenibile numero uno in Italia, ha aggiornato ad oggi l’indice di qualità dell’aria (Air Quality Index), elaborando la classifica delle 10 città più inquinate del nostro Paese. Sul podio troviamo: 1) Milano, con un indice pari a 56; 2) Bergamo, con un indice pari a 55; 3) Brescia, con un indice pari a 56. In queste tre città lombarde i principali inquinanti sono le polveri sottili ed in particolare la PM2.5, che raggiunge rispettivamente valori pari a 12µg/mc, 11,4 µg/mc ed 8 µg/mc. “La concentrazione di PM2,5 a Milano è attualmente 2,4 volte il valore guida annuale dell’Organizzazione mondiale della Sanità sulla qualità dell’aria e la concentrazione è quasi identica anche a Bergamo” sottolinea Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd, Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (Woir). Seguono in questo ranking: 4) Padova (indice 51); 5) Venezia (indice 50); 6) Bolzano (indice 48); 7) Ravenna (indice 46); 8) Firenze (indice 45); 9) Pavia (indice 42); 10) Roma (indice 39).
“La situazione peggiorerà ancora nel mese di luglio, quando le temperature si alzeranno e conseguentemente la qualità dell’aria peggiorerà” puntualizza Niccolò Sovico, ceo e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd specializzata appunto in finanza alternativa. Secondo gli analisti della piattaforma, quest’anno avremo temperature anche maggiori rispetto a quelle della scorsa estate, che già aveva fatto registrare il record di giorni con maggior stress termico estremo, misurati in termini di temperatura percepita superiore ai 46 gradi. Insomma un caldo micidiale, soprattutto per le persone anziane. Senza contare poi gli incendi, che nel 2023 hanno devastato 5 mila chilometri quadrati di bosco, un’area estesa quasi quanto la Liguria, includendo l’incendio in Grecia - il più grande mai registrato in Europa - che ha distrutto un’area di 960 chilometri quadrati. “Proprio spinti dalla crisi climatica, gli incendi boschivi estremi sono in costante aumento a livello planetario: negli ultimi due decenni la frequenza e l’intensità è più che raddoppiata, con un accumulo degli eventi più estremi soprattutto negli ultimissimi anni” mette in evidenza Giorgio Mottironi. Ma anche l’inquinamento provocato dal traffico su strada è aggravato dal cambiamento climatico. In sintesi ci troviamo a dover fronteggiare una tempesta esplosiva che mette in pericolo la nostra salute. “L’Italia è addirittura il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con 80 mila decessi prematuri all’anno, oltre il triplo rispetto ad esempio alla Spagna, dove l’inquinamento dell’aria causa annualmente 26 mila morti premature” osservano gli analisti di Ener2Crowd basandosi sugli ultimi dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente.
I dati coincidono con quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che ha rilevato che l’inquinamento atmosferico provoca in tutto il mondo più di 3 milioni di morti premature ogni anno. Secondo gli specialisti di Ener2Crowd, le emissioni inquinanti possono tuttavia essere ridotte del 50% promuovendo l’edificio a consumo zero ed il veicolo elettrico. Ed altrettanto si può fare attraverso la finanza alternativa. “Investendo anche solo il 4,6% della nostra ricchezza finanziaria ogni anno, quindi circa 40 mila euro procapite per un totale di 227 miliardi di euro, in prodotti e soluzioni certificate Esg si può annullare la nostra impronta carbonica e di colpo portare il Paese a traguardare oltre il 50% degli obiettivi di transizione sostenibile al 2030” dicono gli esperti. Un beneficio collettivo, ma non solo: ci sono anche importanti margini di rendimento. Oggi le imprese sono disposte ad offrire rendimenti che vanno dal 9% al 12% lordo annuo agli investitori intenzionati a sostenere tramite debito, ed in particolare tramite i servizi di crowdinvesting, i loro progetti per la riduzione delle emissioni di CO2. Per i più ricchi, poi, “investire in modo sostenibile” è l’opportunità di fare la cosa giusta, testimoniando il ruolo positivo che possono avere, anche in relazione ai loro standard di vita ed ai loro stili di consumo. “Il nostro impegno è verso una transizione energetica giusta, arrivando a coniugare la sfida globale del cambiamento climatico con la generazione di opportunità” concludono i fondatori di quello che è il più grande fondo di investimento diffuso nella transizione energetica presente oggi in Italia.