Poletti (docente di relazioni internazionali): «Ecco come i dazi di Trump rischiano di colpire anche l’economia romagnola»

Ravenna

«Credo che ci sia una cosa che a molti sfugga: Trump ha una lista di rivali molto chiara. E per quanto possa apparirci strano, in quella lista l’Europa viene molto prima di Cina e Russia».

A parlare è il professore Arlo Poletti, ravennate, ordinario di Relazioni Internazionali all’Università di Trento e autore per Il Mulino del saggio “Antiglobalismo”. Un testo, quello dello studioso romagnolo, tra i più lucidi e profetici nell’analisi del nuovo ordine mondiale; tra indebolimento della leadership statunitense e ascesa di nuove potenze .

A poche ore dalla vittoria repubblicana per la Casa Bianca, Poletti analizza i potenziali effetti del secondo mandato di Trump, provando a declinarli, per quanto possibile, anche in chiave locale.

Professore cosa ci aspetta? Questo cambio alla Casa Bianca avrà implicazioni anche per noi?

«Dal punto di vista economico è molto probabile, sia a breve termine che a medio termine»

In che modo?

«Cominciamo con il dire che Trump in campagna elettorale ha promesso che, in caso di vittoria, avrebbe alzato del 10% tutti i dazi sulle importazioni dall’estero. Facendo però intendere che in alcuni casi avrebbe colpito maggiormente alcuni Stati, tra cui la Cina. E una cosa va riconosciuta a Trump: lui le promesse le mantiene».

Questo per noi cosa significherà?

«Alcuni settori romagnoli che esportano molto, come l’agro alimentare, verranno inevitabilmente colpiti. Bisogna poi considerare che con quanto “incassato” dai dazi Trump finanzierà politiche di sussidi per i produttori americani. Quindi per noi sarà un doppio ostacolo. Ma la questione non si ferma qui»

In che senso?

«A medio termine queste politiche innescheranno una reazione cinese. E anche loro aumenteranno i dazi. Così come avvenuto nel corso del primo mandato di Trump. E’ chiaro che tutto questo, in un sistema produttivo globalizzato come il nostro, produrrà inflazione che, a sua volta, genera politiche monetarie restrittive e alla fine si rischia di entrare in recessione».

Oltre all’agroalimentare vede rischi per altri settori?

«Beh penso al settore del lusso in generale che esporta negli Stati Uniti, ma anche a quelle piccole medie imprese romagnole che producono componentistica per l’estero o che hanno bisogno di componenti americane o cinesi»

In questi anni di amministrazione Biden due conflitti hanno frenato la nostra economia: quello ucraino e quello in Medio Oriente. Capaci entrambi di frenare il porto di Ravenna e segnare le politiche energetiche. Cosa si aspetta da Trump?

«Partiamo dall’Ucraina. Qui forse Trump cercherà la fine delle ostilità con Putin, lasciando all’Europa il costo della ricostruzione».

E sulla questione medio orientale?

«Prevedo che lascerà carta bianca a Israele, quindi una normalizzazione del continente la vedo lontana anche per le tensioni con l’Iran. Anche se i rapporti stretti con Putin potrebbero portare a un dialogo diverso con l’Iran. Detto questo i traffici nel Mar Rosso diretti nel Mediterraneo continueranno a essere penalizzati ancora a lungo»

In una recente intervista al Corriere Romagna il politologo Maurizio Viroli ha detto che il secondo mandato di Trump sarà caratterizzato da una sorta di spirito di “vendetta” verso i suoi nemici. Chi sono i suoi nemici?

«Sono d’accordo con il professor Viroli e con quegli analisti che sottolineano come Trump consideri l’Europa un nemico più di quanto lo siano Cina e Putin. Per lui indebolire il processo di integrazione europeo sarà più fondamentale che colpire la stessa Cina. Del resto le economie americane e cinesi sono in realtà più complementari di quanto si creda. I veri competitor siamo noi.

Si aspettava la vittoria di Trump?

«Sì, ma non in questi termini».

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