Pnrr, bocciate le richieste delle chiese ravennati

Ravenna

Arriva in parlamento lo strano caso dei 60 interventi segnalati dalle sette diocesi della Romagna, cinque quelli della curia ravennate, per migliorare la sicurezza sismica nei luoghi di culto e per il restauro del patrimonio culturale, tutti rimasti esclusi dai finanziamenti previsti dal Pnrr. La parlamentare forlivese Rosaria Tassinari ha chiesto con un’interpellanza le ragioni dell’esclusione, annunciata nei mesi scorsi, che in tutto quota 12 milioni di euro.

Le promesse

La risposta e qualche generica promessa è arrivata dal sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi che nell’aula della Camera ha spiegato il meccanismo di ripartizione, i requisiti necessari e ricordato la decisione di destinare il 40% dei fondi alle regioni del sud. Gli interventi finanziati sono stati 257 per un importo complessivo di 240 milioni di euro, solo 27 di questi in Emilia Romagna, 7 a Imola. Una presentazione a ridosso della scadenza sarebbe all’origine della bocciatura, circostanza che non avrebbe lasciato il tempo per le valutazioni del caso. Il governo però, assicura il sottosegretario, intraprenderà azioni per aprire nuovi programmi di finanziamento tenendo conto di quelli segnalati. Ricostruzione non condivisa dalle diocesi locali, a partire da quella di Forlì, che fa sapere di aver rispettato del tutto i tempi richiesti. Vincenzo Zibordi, tecnico della curia ravennate spiega come ci si è mossi.

Le esclusioni

«Non sono stati richiesti progetti, bensì segnalazioni di possibili interventi in materia di sismica su beni di valore storico testimoniale. Noi avevamo candidato il Duomo, la chiesa di San Domenico, la basilica di San Vitale, il campanile di San Giovanni Evangelista e la basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Sulla base delle segnalazioni accolte avremmo poi redatto i progetti esecutivi. Volevamo tutelare ancora di più beni fragili nel caso di eventi calamitosi». Per quanto riguarda San Domenico, la Cassa di Risparmio aveva avanzato l’idea di coinvolgere l’Università di Bologna per la realizzazione di un’aula magna all’interno della basilica, proprio grazie a risorse europee. Un’opportunità svanita che lascia la chiesa chiusa al momento. «San Domenico ha un’agibilità temporanea in caso di apertura - assicura Zibordi -, siamo intervenuti su fondazioni e tetto a seguito di grossi danni strutturali del passato. Ora però ci sono crepe che esigono un intervento di ristrutturazione. Abbiamo le idee chiare sugli interventi da fare sul nostro patrimonio, ma le parrocchie della diocesi sono 89 e molte dispongono di più di una chiesa».

Al termine del periodo di formazione ben sei neo ispettori del 90° corso “Monte Cimone II” e del 91° corso “Cefalonia II” sono stati assegnati al Gruppo della Guardia di Finanza di Ravenna per rinforzare la presenza istituzionale sul territorio e per garantire l’avvicendamento dei capi pattuglia che nei prossimi mesi saranno collocati in congedo.

«I giovani ispettori, accompagnati dal Comandante del Reparto - fanno sapere dalla Gdf - sono stati accolti dal Comandante Provinciale di Ravenna che ha formulato loro i migliori auspici per i futuri impegni operativi, soffermandosi sull’importanza della loro funzione per il rispetto della legalità economico-finanziaria e per la tutela della collettività locale».

Le sei nuove Fiamme Gialle sono state quindi inserite al fianco dei colleghi più anziani che proprio in queste settimane sono fortemente impegnati a portare a termine la programmazione operativa per l’anno in corso, potendo così mettere a frutto, fin da subito, gli insegnamenti e il bagaglio tecnico-professionale acquisiti nei tre anni di formazione.

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