Nuova beffa per gli alluvionati: solo mille euro di risarcimento
Delude le attese degli alluvionati l’ordinanza sui beni mobili emessa dalla struttura commissariale. A conti fatti il risarcimento sarà di soli mille euro perché dal massimale di 6mila euro previsto vanno decurati i 5mila ricevuti come Cis (Contributo immediato sostegno) tramite altre forme. Si presume quindi che si possano ricevere soltanto mille euro. «Abbiamo tutti l’amaro in bocca, ci sentiamo mortificati, umiliati, offesi»: in questi termini è intervenuto ieri il Comitato alluvionati Borgo di Faenza, ma si può immaginare che queste considerazioni siano condivise anche dal resto delle persone colpite dall’alluvione in Romagna. «I mobili intesi come arredamento - dice un portavoce del Comitato - sono diventati beni mobili in tutti i sensi e c’è finito dentro di tutto: qualsiasi cosa rimovibile. Avevamo chiesto un budget di 15mila euro per riarredare casa, una cifra ragionevole, che è diventata 6mila euro e adesso nel migliore dei casi saranno 1.000, oppure addirittura 0 e comunque si dovrà passare sempre per la complicatissima piattaforma Sfinge».
Il Comitato Borgo di Faenza è tra i più vigili e attivi nel seguire la fase dei ristori post alluvione e ha fatto sentire la sua voce in diverse occasioni: si ricorderà la protesta insieme al Comitato di via Ponte Romano, portata in maniera civile durante il passaggio da Faenza del Tour de France.
«In questi giorni - continua il portavoce - ci incontreremo per analizzare meglio l’ordinanza, anch’essa difficile da interpretare, come se fosse un crudele accanimento contro chi ha già vissuto un’immane tragedia, ma la prima impressione è di un ulteriore abbandono ed elusione delle aspettative, nonché delle promesse di rimborsi totali. Le procedure sono complesse, non troviamo i periti e le cifre considerate sono minime. Solo una piccola percentuale dei danneggiati è riuscita a terminare la procedura Sfinge e ad avere un riconoscimento, seppur minimo. Viene da chiedersi perché? Qualcosa che non va c’è sicuramente se dopo 18 mesi dall’evento ci si trova ancora a dover risolvere gli enigmi della Sfinge. Deve fare pensare».
Se vi saranno ulteriori mobilitazioni sarà deciso nei prossimi giorni: «Al momento speriamo che a livello politico qualcuno si accorga di quanto sta avvenendo, che ci dia sostegno fattivo, visto che i risarcimenti non sono stati portati avanti come si doveva».
Alla decifrazione della nuova Ordinanza stanno lavorando gli avvocati del Comitato ai quali i comuni cittadini colpiti si sono rivolti, oltre che ai periti, nella speranza di ottenere gli indennizzi, ma anche per farsi spiegare in parole povere i contenuti del documento, ricco di rimandi ad ordinanze precedenti, richiami a leggi e articoli, ad eliminazione di termini precedenti, sostituiti con altri. Pur avendo sottomano il tortuoso percorso burocratico risulta macchinoso districarsi.