Minore abusata nella notte del Palio del Niballo a Faenza, 23enne a giudizio

La notte del Palio del Niballo. Si sarebbe consumato tutto ai tavoli di un bar, peraltro, di fronte ad altri ragazzi, divenuti potenziali testimoni di una violenza sessuale nei confronti di una ragazza minorenne. Proprio di questo deve rispondere un 23enne di Faenza, rinviato a giudizio ieri. Il processo partirà a novembre, e vede tra le accuse anche le lesioni personali aggravate alla luce di alcuni lividi costati nel complesso 15 giorni di prognosi alla vittima e secondo la Procura segni incontrovertibili di una costrizione durante l’abuso sessuale. Proprio ieri, nel corso dell’udienza preliminare davanti al giudice Andrea Galanti, la giovane e i genitori si sono costituiti parte civile con l’avvocato Nicola Laghi. Sarà invece il collegio penale a entrare nel merito dei fatti contestati dal sostituto procuratore Lucrezia Ciriello, nel corso del dibattimento scelto dal legale dell’imputato, l’avvocato Giovanni Battista Emaldi.

I fatti risalgono al 27 luglio del 2023. Quella sera la minore aveva trascorso la serata insieme al padre in uno dei rioni, per poi spostarsi in piazza. Nel corso delle ore si era fatta notte, fin quasi a toccare l’alba. Alle 4 si era fermata in un bar del centro insieme ad alcuni ragazzi. E proprio uno di questi, poco più che un conoscente, aveva subito rotto gli indugi chiedendole una prestazione sessuale. A distanza di poco il 23enne l’avrebbe molestata, con atti espliciti, pure violenti, per impedire che si allontanasse. I presenti, a detta della vittima, si sarebbero spostati nelle sedie dietro di loro.

Quindici minuti circa. Concluso l’abuso lei era scappata, fermandosi a piangere sui gradini all’angolo della piazzetta della Legna. Poi era tornata indietro rivedendo il ragazzo, gli altri due già presenti prima e altre amiche. Sentendo proferire commenti e insulti nei suoi confronti, si era come paralizzata, vedendo il 23enne allontanarsi. Alla fine aveva incontrato un amico del padre, che l’aveva accompagnata a casa di una conoscente. E qui, quest’ultima aveva raccolto la sua confidenza su quanto accaduto nel corso della nottata.

La denuncia aveva fatto scattare le indagini dei carabinieri del nucleo Investigativo, che lo scorso settembre hanno ascoltato la minore insieme alla psicologa Lisa Cappelli facendo emergere ulteriori aspetti, come l’incontro casuale con la madre del ragazzo denunciato. La donna l’aveva abbracciata: un segno - secondo la vittima - che aveva creduto alle accuse dopo avere saputo che il figlio era stato registrato dalla giovane mentre ammetteva l’episodio.

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