Marina di Ravenna, il turismo si reinventa. I negozi rimasti sfitti convertiti in appartamenti

Ravenna

Si vedono in via dei Mille, nell’area di piazza Marinai d’Italia, in via Spalato e non solo, a Marina di Ravenna sempre più spesso negozi sfitti, con insegne spente da anni, cambiano aspetto e destinazione d’uso per trasformarsi in appartamenti a piano terra. Un fenomeno che modifica il tessuto cittadino: laddove le prescrizioni urbanistiche lo permettono spariscono superfici commerciali inutilizzate, frutto spesso di previsioni di crescita della località, poi non avveratesi. In tempi di forte espansione dei lidi e del forese, anche solo 20 anni fa le lottizzazioni si componevano di una parte residenziale e di una quota commerciale a piano terra, frazionata in tanti negozi.

«Il cambio di destinazione – spiega Ivan Venturini presidente regionale Fimaa e responsabile dell’agenzia Siva - deve essere autorizzato dagli uffici comunali e non può avvenire nei principali assi commerciali nei lidi come in città. La rete commerciale di Marina di Ravenna è debole e chi può affitta quando è possibile rispettare i parametri legati alla luminosità, in relazione alla metratura». Con l’offerta alberghiera ridotta, con strutture chiuse come il Park hotel o in via di ricostruzione come il Mare Pineta, o con l’area ex Xenos in abbandono, la disponibilità di affitti rimane ferma e la domanda esaurisce in fretta le opportunità.

«A Marina il mercato degli affitti turistici – assicura Venturini - si chiude a novembre dell’anno precedente, in più la presenza dei cantieri legati all’hub portuale e al rigassificatore ha aumentato la richiesta di affitti annuali. Nel 2025 sarà pronta la parte abitativa del Mare Pineta con 16 appartamenti e nel 2026 la Rti».

Negozi vuoti

Anche a Marinara non mancano negozi vuoti e con attività dal ciclo di vita molto breve, ma lì non sono previsti cambi di destinazione d’uso. «Avevamo avviato un progetto per la località – racconta Marino Moroni, presidente della Pro loco – chiedavamo negozi vuoti in comodato gratuito per allestire mostre e realizzare una sorta di galleria d’arte diffusa nel paese, ma abbiamo avuto una sola adesione, da parte di una proprietaria che dipinge e non se ne è fatto più nulla». La contabilità delle abitazioni a fine turistico presenti nel paese non è semplice tra affitti brevi, piattaforme digitali e tradizionali agenzie, ma di certo l’offerta rimane minore della domanda. «Abbiamo chiesto un tavolo con l’amministrazione per studiare il fenomeno e immaginare misure per aiutare la località– spiega Moroni -, al di là delle richieste di affitti annuali per gli operatori dei cantieri portuali sappiamo che nei mesi estivi molti turisti cercano soluzioni neanche a settimana ma per due o tre notti e senza alberghi, con l’area camper mal funzionante, rimangono solo i campeggi. Allora meglio un appartamento in più che una vetrina buia».

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