La rabbia degli alluvionati, rami davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna. “Ci fate impazzire per ottenere due soldi”

  • 17 ottobre 2024

“Voglio andare in galera perché almeno il fango lì non lo spalo”, grida uno dei più esasperati, sotto le finestre delle torri della Regione. Arriva in viale Aldo Moro, a Bologna, la protesta degli alluvionati. Davanti all’ingresso del palazzo dell’Assemblea legislativa, protetta dalle Forze dell’ordine, hanno portato alcuni grossi rami per manifestare la preoccupazione e lo scontento per il livello di manutenzione dei corsi d’acqua. Ci sono gli attivissimi residenti della val di Zena, dopo lo straripamento che ha interessato Botteghino il mese scorso, ci sono soprattutto i comitati romagnoli (Traversara, Conselice, Sant’Agata, Lugo, nomi purtroppo ricorrenti nelle cronache alluvionali) e anche i rappresentanti degli agricoltori, provenienti anche da altre zone d’Italia, a bordo di trattore. Un striscione chiede “subito” la realizzazione della diga di Vetto, tra Reggio e Parma. Diverse centinaia di persone riunite con fischietti e cartelli e per manifestare la loro insoddisfazione nei confronti della politica. Tra loro anche qualche esponente politico di centrodestra, tra cui il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti e il vicesegretario bolognese del Carroccio Matteo Di Benedetto.

“Ci fate impazzire per due soldi”

Ce n’è per tutti, per “questi signori” della Regione Emilia-Romagna, ma anche per il Governo, che dia ristori “rapidi” a chi ha subito danni. “Pretendiamo di essere ascoltati, qui e a Roma”, scandiscono i portavoce degli alluvionati, oggi a Bologna sotto le torri di viale Aldo Moro per manifestare contro l’emergenza continua in cui vivono alcune zone della regione. Presente anche qualche comitato delle Marche, che ha portato la sua testimonianza. Le richieste? Il leit motiv resta quello della pulizia dei fiumi, che devono essere “autostrade per l’acqua” e liberi dalle nutrie. Applauditi gli interventi contro “gli ambientalisti”.

“Ci fate impazzire per ottenere due soldi, ma almeno dateci la sicurezza. Noi abbiamo perso tutto ma il danno peggiore e’ la paura”, dice dal palco un emozionato Massimo Tarozzi, degli alluvionati di Sant’Agata sul Santerno, paese duramente colpito nel maggio 2023. Parla anche il giovane imprenditore Stefano Colli del comitato dei “franati” di Fontanelice, che riuscì a smuovere con un video diventato virale la riapertura della strada provinciale 33. “Ma poi è stato ripristinato solo quel tratto. Basta parlare di progetti e futuro, bisogna intervenire adesso”, scandisce. Per Claudio Pasini, del comitato della val di Zena, il “nostro territorio ha bisogno di una manutenzione e di una cura che non c’è mai stata. Il fiumi devono fare i fiumi, non i boschi. Alla politica chiediamo di smettere di scaricarsi la responsabilità ma fare un patto istituzionale”

Un dirigente regionale invitato ad andarsene

Martino Pioggia, della bassa valle dell’Idice, racconta: “Siamo stati evacuati per cinque volte in un anno e mezzo, di cui due in 15 giorni. Ci sono famiglie distrutte da queste alluvioni. E ci dovremmo assicurare perché loro non riescono a garantire la sicurezza del territorio? Ma si assicurino loro”. Manifestazione tranquilla (”siamo tanti ma speravano fossimo molti di più”, confida la rappresentante del comitato di Fornace Zarattini nel suo intervento) ma non è mancato qualche momento di tensione, al di là del blitz iniziale davanti all’ingresso della Regione: un dirigente regionale, in particolare, è stato invitato ad andarsene dalle Forze dell’ordine dopo che era stato preso di mira da alcuni manifestanti nei pressi del palco.

La nota della Regione

In una nota, la Regione Emilia-Romagna sottolinea: “Il sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna ha incontrato una delegazione dei comitati degli alluvionati che hanno partecipato alla manifestazione stamattina a Bologna davanti alla sede di viale Aldo Moro. Nel corso dell’incontro il sottosegretario ha dato conto di quanto concordato lunedì tra Regione, struttura commissariale per la ricostruzione e dipartimento nazionale di Protezione civile. Si è inoltre stabilito un aggiornamento a breve, per condividere il piano stralcio degli interventi messo a punto dalla Regione per anticipare gli interventi del Piano speciale all’esame della struttura commissariale”

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