La crisi blocca la riforma delle Province riunite a Ravenna
RAVENNA- Quella di Ravenna doveva essere l’assemblea dell’orgoglio ritrovato e dell’annuncio del sì alla riforma del testo unico degli enti locali da parte del governo. E invece, dopo anni di silenzio, gli amministratori delle Province italiane in assise due giorni al teatro Alighieri hanno incrociato ieri l’ennesima crisi di Governo estiva, circostanza che ha raffreddato le speranze di Michele De Pascale, presidente dell’Unione delle Province italiane e sindaco di Ravenna, di vedere scattare il via libera alla riforma richiesta a gran voce per ridare dignità, risorse, funzioni agli enti territoriali che negli anni passati hanno sfiorato l’abolizione.
Uno sconcerto che il presidente lascerà alle parole pronunciate in chiusura di assemblea, a testimoniare la rottura della pax istituzionale. Il programma ricco di ospiti tra ministri, sindaci, presidenti di Regione, e di testimonianze di dirette di amministratori, alle prese con deleghe delicate e risorse minime, non è bastato a dissipare i timori di molti. E in chiusura dei lavori, anticipata a causa dell’impossibilità di alcuni ministri a partecipare all’assemblea ravennate, vista la concomitanza nel primo pomeriggio con un Consiglio dei ministri, poi saltato, De Pascale lancia un monito. «Negli interventi degli esponenti dell’Esecutivo che si sono succeduti nessuno ha spiegato perché il disegno di legge di riforma degli enti locali non è passato. Abbiamo stralciato anche le norme che non piacevano all’Anci e abbiamo raggiunto un punto di sintesi. Ora però non approvare la riforma perché c’è la crisi di Governo non è raccontabile. Questo rappresenta una vergogna che mette una parte della pubblica amministrazione in difficoltà vera. Dall’assemblea usciamo più consapevoli della nostra forza, consapevoli di essere una squadra. Le Province sono una parte importante della pubblica amministrazione. Da oggi alzeremo la voce e i toni su questa battaglia. Siamo consapevoli di avere la forza di combattere».
Un’amarezza che arriva dopo l’intervento in remoto della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha confermato alla platea degli amministratori che la bozza del provvedimento è a palazzo Chigi «da più di un mese, ed è stata avviata un’istruttoria. Speriamo che questa fase si concluda e che il testo arrivi in Consiglio dei ministri». Troppo poco per i presidenti delle Province in attesa da anni di un risultato che si pensava alla portata, dopo che il referendum del 2015 aveva affossato la riforma costituzionale e l’idea di sopprimerle. La riforma del Testo unico degli enti locali disegna un nuovo assetto con la reintroduzione delle giunte e la possibilità di redigere piani strategici, di organizzare servizi pubblici, gare, appalti e procedure selettive. «Gli enti territoriali – ha concluso la ministra – sono impegnati nella gestione delle risorse del Pnrr. E le nuove Province hanno bisogno di stabilità con risorse e strutture tecniche».