Inchieste di Ravenna e Forlì sull’alluvione in Romagna, perizia sulle responsabilità affidata al Politecnico di Milano

Un geologo, un meteorologo e un ingegnere idraulico, tutti in arrivo dal Politecnico di Milano. Sono i consulenti nominati dalle Procure di Ravenna e Forlì che dovranno fornire, tramite le proprie perizie, una risposta ai quesiti presentati dalle stesse Procure dopo la doppia alluvione del maggio 2023 in Romagna. Ovvero, si è trattato di eventi prevedibili e prevenibili? E, in caso affermativo, chi avrebbe dovuto agire per scongiurare il peggio o almeno per limitare danni potenzialmente evitabili? E ricorrendo a quali mezzi previsti dalla legge?

«Abbiamo ritenuto opportuno scegliere i consulenti da fuori regione - spiega il procuratore capo di Ravenna, Daniele Barberini -. Il conferimento dell’incarico è stato dato a fine giugno, ma saranno operativi da inizio settembre. Li aspetta un lavoro enorme, una documentazione immensa da analizzare (tra cui segnalazioni ed esposti inviati alla magistratura da parte dei cittadini, ndr), profili da esaminare ed accertamenti estremamente complessi. Per questo la durata non sarà certamente breve. Si tratta, comunque, di uno dei primi incarichi di questo tipo, perché il fenomeno è stato talmente ampio che è difficile trovare qualcosa di corrispondente o altre alluvioni così estese».

Un passo in avanti ora è stato fatto, ma servirà ancora diverso tempo perché la magistratura, in una direzione o nell’altra, si esprima in merito. In sostanza, prima che si attribuiscano nomi e cognomi a eventuali profili di responsabilità penale che dovessero essere ipotizzati. Al momento, infatti, il fascicolo per disastro colposo resta sempre aperto contro ignoti. «Questo almeno fino a quando non sapremo l’esito delle consulenze» conclude Barberini.

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