“In marcia 48 bus insicuri, 25 sono a Ravenna, 23 a Forlì”. La replica di Start: “Seguite le indicazioni dell’azienda costruttrice e dell’Ausl”

Ravenna

“Dei quarantotto autobus di fornitura Breda Menarini (oggi Iia) e quindi con mozzi difettosi, venticinque sono a Ravenna. E’ stato uno di quelli a rompersi il 24 agosto e un’ora dopo l’incidente l’azienda ha fermato tutti i quattordici bus in quel momento in servizio, trovandone altri quattro non più in condizione di marciare. E’ una situazione insostenibile, rischiosa per autisti, utenza Start e tutti i cittadini che si trovano per strada”. E’ Riccardo Padoan, referente di Start per la Uiltrasporti di Ravenna, a riassumere una situazione “che ci toglie il sonno e per la quale, incredibilmente, l’azienda non sta adottando soluzioni. Solo escamotage per andare avanti con un parco mezzi che non dovrebbe più utilizzare”. Ieri era in piazza del Popolo a manifestare, assieme ai colleghi di Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl Autoferro, Usb Lp e Faisa Cisel. Un presidio che ha preceduto poi il ricevimento delle sigle in prefettura per riferire di una problematica “di cui si ha consapevolezza da quattro anni: è stato nel 2020 che dall’esame compiuto dall’istituto Giordano nessun mozzo ha passato il test”. Dopo la doccia gelata, giunta quattro anni fa, la decisione presa dall’azienda era stata quella di “prevedere un invio di un 30% del parco mezzi risultato difettoso all’istituto Giordano e intanto di effettuare controlli ogni diecimila chilometri sui bus”. Poi però l’azienda non avrebbe perseguito queste politiche e – dopo anche modifiche nel management – sta gestendo la situazione con “controlli insufficienti, non eseguiti con una diagnostica data da strumentazioni specifiche”, denuncia Padoan. Fatto sta che “a Ravenna dei circa 90 bus in servizio 25 sono in queste condizioni E da quello che sappiamo gli altri 23 mezzi con questo problema in capo a Start sono principalmente in servizio a Forlì”. La tematica relativa i 48 mezzi non è negata dall’azienda, che spiega però come “i casi di minor durabilità di alcuni mozzi sono da ricondursi ad un aspetto strutturale, riconosciuto anche dalla società costruttrice Industria Italiana Autobus. Riguarda una tipologia di mezzi urbani da 8 metri presenti in azienda, si tratta di 48 autobus su una flotta di circa 600 mezzi – spiega Start in una nota -. Il problema come più volte dibattuto coi sindacati e ancor più con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, non è dovuto alla mancata o ritardata manutenzione da parte aziendale”. Da parte dell’azienda viene sottolineato come “dal primo evento del 2018 è stata coinvolta la società costruttrice, che ha approfondito la problematica e fornito delle misure correttive puntualmente adottate, a partire dalla totale sostituzione dei mozzi, forniti dal costruttore stesso, su tutti i 48 veicoli. Sono seguite prescrizioni, ulteriori istruzioni sono state fornite recentemente dall’Ausl di Ravenna – specifica ancora Start -. L’azienda si è puntualmente attenuta alle indicazioni ricevute, senza registrare nuovi episodi di rotture dei mozzi in linea dal 2022 fino a sabato scorso. A prescindere dall’esito delle verifiche, nelle more delle nuove ed ulteriori azioni nei confronti del costruttore, l’azienda adotterà da subito una più frequente azione di monitoraggio sullo stato dei mozzi”. Elementi vengono esplicitati da Start anche in merito alla gestione delle officine, sulla cui organizzazione “l’azienda ha sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali maggioritarie con l’obiettivo di incrementare l’efficienza attraverso l’omogeneizzazione delle 4 officine presenti in Start. Tale accordo ha determinato l’inserimento di 12 nuovi lavoratori – conclude l’azienda -. Auspichiamo che quanto prima in tutti i territori venga accettata questa nuova organizzazione che vuole guardare all’evoluzione che le officine dovranno avere per rispondere alla flotta che la transizione ecologica prevede”.

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