I bagnini: “Spesso si sottovalutano i pericoli del mare, un gioco può costare caro”

Ravenna

“Troppo spesso accade che si metta a repentaglio la propria vita alla ricerca di un’emozione. Mi è capitato persino di essere stata presa a male parole per aver chiesto di non entrare in acqua per via della bandiera rossa. E invece il mio tentativo era quello di tutelare chi mi stava offendendo”. Simona Tarlazzi ha una lunga esperienza e, dopo essere stata per anni la coordinatrice del servizio offerto dai bagnini di salvataggio nel Ravennate, oggi è istruttrice della società nazionale di salvamento. Nel caso delle due ragazzine francesi (con madre italiana) che hanno rischiato di annegare al bagno Marisol lunedì sera, salvate da tre cittadini volonterosi che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare quella delle due giovani bagnanti che hanno ritenuto, passate le 19, di fare il bagno mentre a Marina di Ravenna la corrente era forte e tirava verso il mare, il bagnino di salvataggio non era presente perché passate le 18:30, sussisteva un’allerta meteo e c’era pertanto la doppia bandiera rossa. Uno dei tre soccorritori ha rischiato seriamente di essere sopraffatto dai flutti: “Purtroppo è un rischio palpabile, soprattutto quando non è presente personale formato e peraltro sprovvisto di attrezzatura. Il bagnino di salvataggio si getta in acqua con un rescue-can (il salvagente professionale, ndr) che tutela la vita della persona che sta intervenendo oltre che di chi è in difficoltà”, spiega Tarlazzi.

Per questo è così rischioso fare il bagno quando non è presente personale di salvataggio: “In particolare lo è in determinate condizioni. Tanti amano farsi trascinare dalle onde, e più o meno consapevoli del rischio si avventurano. Le correnti però possono tradire – mette in guardia l’istruttrice -. I regolamenti scritti sulle torrette e le bandiere esposte non sono vuoti di significato, vanno sempre tenuti ben presenti”. E’ il motivo per cui è importante rispettarle, quelle regole: “Fortunatamente sempre più persone imparano a nuotare e le situazioni di rischio sono in diminuzione – è la percezione di Tarlazzi -. Le statistiche però contano il giusto, perché quando accade qualcosa di brutto in ballo c’è la vita e di fronte alle tragedie i numeri passano in secondo piano”. Le cifre, peraltro, sono significative: “Gli interventi effettuati nella scorsa stagione – spiega il coordinatore del servizio di salvataggio della Cooperativa spiagge di Ravenna, Stefano Verlicchi – sono stati un centinaio, comprendendo anche quelli di lieve entità. Lunedì è stato il primo giorno di mare grosso in una stagione partita lentamente per via del tempo incerto. Per questo bisogna tenere la guardia alta e non commettere imprudenze”.

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