Finte richieste di assunzioni per favorire l’immigrazione clandestina: denunce e multa di 53mila euro per una cooperativa ravennate

Ravenna
  • 27 marzo 2025

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso documentale, finti appalti d’opera e violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. È quanto è stato accertato dal personale dell’Ispettorato del Lavoro di Ravenna e dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Faenza, nell’ambito di una complessa operazione su una cooperativa operante prevalentemente nel settore del facchinaggio e dell’edilizia.

Finte richieste di assunzioni

Il sistema era stato ideato ed attuato attraverso la costituzione di una società cooperativa, priva dei necessari requisiti mutualistici, che presentava fittizie richieste di assunzioni di cittadini extracomunitari al fine di consentirne l’illegale ingresso in Italia: al riguardo, le risultanze investigative hanno consentito di accertare una “compravendita” (con somma in contanti) del valido titolo di soggiorno in Italia.

Nel caso individuato, infatti, il referente della cooperativa predisponeva la documentazione finalizzata al rilascio del permesso di soggiorno e successivamente si attivava per agevolare il contatto, tra il cittadino extracomuniatario e un datore di lavoro connivente, che simulava poi un rapporto di lavoro destinato unicamente al rilascio del permesso di soggiorno o al rinnovo del permesso.

Tirocini simulati

Il meccanismo intercettato dal personale ispettivo e dai militari della Guardia di Finanza, ha evidenziato un modus operandi ben collaudato e caratterizzato da una sistematica opera di procacciamento di cittadini provenienti da Paesi extra UE, in quanto gli indagati, al fine di favorire ulteriormente l’illegale ingresso e soggiorno nel territorio nazionale, simulavano anche dei tirocini di orientamento e formazione dei cittadini extra-comunitari, risultati poi essere privi degli obbligatori requisiti di Legge.

Dagli approfondimenti investigativi è emerso, altresì, che la cooperativa, priva di ogni organizzazione d’impresa, fungeva da vero e proprio contenitore di manodopera che veniva artificiosamente somministrata a numerose imprese utilizzatrici, attraverso finti contratti d’appalto. Al riguardo, sono state accertate oltre 20 posizioni lavorative, oggetto dell’attività di somministrazione fraudolenta, mediante la stipula dei contratti d’appalto d’opera con decine di imprese operanti nel territorio faentino e ravennate. In relazione a tali rapporti economici, quindi, sono state rilevate fatture giuridicamente inesistenti per un ammontare complessivo pari ad oltre 200.000 euro, con la segnalazione agli Uffici competenti di imposte dovute per circa 50.000 euro.

Inoltre, è stato rilevato che molti lavoratori venivano somministrati alle imprese utilizzatrici, con mansioni diverse rispetto a quelle che figuravano nei contratti di lavoro che il titolare della cooperativa predisponeva.

Il sistema così attuato, consentiva ai fruitori un consistente abbattimento del costo del lavoro, oltre ad una rilevante riduzione degli oneri obbligatori in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro.

Nello specifico in alcune circostanze, i lavoratori venivano occupati per prestazioni lavorative ad alto rischio, in assenza delle visite mediche per l’idoneità al lavoro e senza alcuna formazione in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro.

Denunce e multa

Al termine delle operazioni ispettive, i trasgressori sono stati deferiti all’autorità Giudiziaria e sono state contestate anche sanzioni per 53.000 euro complessivi.

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