Elezioni comunali Ravenna, tramonta l’era dei candidati sindaci nel centrodestra

RAVENNA - Massimiliano Alberghini, Filippo Donati: gli ultimi due principali candidati del centrodestra avevano un elemento in comune, quello di non essere esponenti politici ma di provenire dalla cosiddetta società civile. Commercialista il primo, albergatore il secondo. Questa volta la strada scelta dal centrodestra sarà con ogni probabilità un’altra: l’individuazione di un politico per sfidare alle elezioni comunali Alessandro Barattoni che ad agosto sarà ufficializzato come candidato sindaco dal Pd e quindi dal centrosinistra.

«In passato la candidatura di un “civico” era prioritaria. Al momento, almeno dai primi incontri che abbiamo fatto, mi sembra che non sia più così». A parlare è Alberto Ancarani, capogruppo di Forza Italia, che la scorsa settimana ha incontrato i colleghi di Fratelli d’Italia e Lega per iniziare il percorso comune. Alle ultime elezioni, quelle che nel 2021 confermarono Michele De Pascale, non fu così. Lo stesso Ancarani ruppe con gli alleati: «La scelta fu dovuta alla consapevolezza della vittoria di De Pascale al primo turno. Prevalsero allora le esigenze dei diritti di tribuna che altrimenti una scelta unitaria non avrebbe consentito». In altre parole, di fronte ad un candidato forte a sinistra, la scelta non unitaria della minoranza ha portato ad avere più gruppi consiliari a Palazzo Merlato.

Stavolta non sarà così: «Siamo insieme al governo - riprende Ancarani - gli elettori non capirebbero. Andremo oltre gli elementi che ci differenziano. Cercheremo di riconoscere gli elementi più divisivi dell’opposizione e ci impegneremo a rimuoverli». Il blocco governativo sarà quindi confermato e anche se «l’ipotesi di allargamento è totale» (in municipio all’opposizione ci sono tre liste civiche: Lista per Ravenna, La Pigna e Viva Ravenna) stavolta dovrebbero essere i partiti ad esprimere il candidato sindaco: «Mi pare che sia terminato il tempo dell’avversione al bipolarismo». Non a caso, la necessità di candidati “civici” si era fatta sentire soprattutto con la crescita del Movimento 5 Stelle, ormai partito a tutti gli effetti, tanto da aver sostenuto De Pascale. Ancarani sembra aver perso le speranze di coinvolgere il Pri in una coalizione di centrodestra ma ci prova con Azione: «Non abbiamo preclusioni, del resto a Forlì sostiene Gian Luca Zattini».

Duro il giudizio su De Pascale: «Da metà della prima consiliatura in poi si è fatto vedere sempre meno in Comune e l’amministrazione è andata avanti col pilota automatico. Il risultato è una città in forte ritardo sull’unica cosa che poteva caratterizzarla: quella dei lavori pubblici. Prova ne sia la cattedrale nel deserto rappresentata dal nuovo Palazzetto dello Sport. Quando mi si dice che è positivo che un ravennate vada in Regione io ricordo il caso di Errani, che per la città fece poco. Perché De Pascale dovrebbe far meglio?». E Barattoni? «Una candidatura d’apparato nella migliore tradizione del Pd, che sceglie il segretario provinciale. Siamo preoccupati: si vuole perpetuare un sistema di potere che andrebbe divelto».

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