Dogana di Ravenna, allarme anche della Cisl. Nel mirino il “monitoraggio triennale”: «Tempo enorme per una realtà in forte espansione»

Ravenna
  • 07 febbraio 2025

RAVENNA. La Cisl e la Fp-Cisl della Romagna bocciano su tutta la linea sia il Governo che l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli sulle risposte date, tra ieri e oggi, sulla riclassificazione dell’ufficio Adm di Ravenna. E lo fanno con un lungo elenco di motivazioni, tra cui il fatto che quanto detto “fotografa l’esistente” e non tiene conto del futuro sviluppo del porto. Aggiungendo che la realtà delle cose “è un’altra” rispetto a quanto fatto presente. Se, come ha scritto ieri Adm, la riclassificazione riguarda solo di una questione di retribuzione del dirigente, questo in realtà è uno “specchietto per le allodole”. Perché la retribuzione del dirigente “è solo una conseguenza della valutazione della complessità attuata tramite algoritmo, non il fine”. Senza contare che il “declassamento da prima a terza fascia riguarda prima di tutto un cambiamento del modello organizzativo del lavoro”, e comporta “una riorganizzazione delle funzioni, che così attuata riduce la capacità di risposta alle necessità operative, che in questo contesto cresceranno con ritmi ben più veloci di qualsiasi monitoraggio triennale annunciato, col rischio così di perdere opportunità, perché come sappiamo chi non trova risposte adeguate in un luogo le cerca altrove. Quanto al potenziamento del personale, annunciato da Adm, per Cisl Fp-Cisl “i conti non tornano”. Facendo i conti, al sindacato risulta infatti una “mera redistribuzione di compiti, senza un reale miglioramento”. E quindi “è difficile sostenere che possa aumentare l’efficienza operativa”. Fino a pochi anni fa, incalzano, l’organico previsto per la sola Dogana era di 89 unità, “numero peraltro mai raggiunto”, e ora “si vuol far credere che ci sarà un potenziamento perché in totale si arriverà a 72 unità”. Ebbene, al momento ci sono “56 unità per la Dogana (più due in prova) e cinque per i Monopoli (più uno in prova). Sommando questi numeri, si arriva a circa 61-64 unità”.

Quindi anche la previsione di 10 unità in più assunte da concorso, “non è una conseguenza diretta della riorganizzazione, ma è un dato precedente. A conti fatti, gli organici restano praticamente gli stessi”. E se, come ha detto il sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo rispondendo alla deputata Pd Ouidad Bakkali, la classificazione può cambiare tra tre anni, è “un tempo enorme per una realtà portuale in forte espansione come quella di Ravenna”. Si può anche “cambiare un direttore generale ogni tre anni, ma i cambiamenti di una struttura organizzativa che deve essere volano di sviluppo, necessitano di tempi e modi ben diversi”, attaccano ancora Cisl e Fp-Cisl Romagna. Di fronte a tutto questo, la “vera risposta è rimettere Ravenna in prima fascia, non per questioni legate alla retribuzione del dirigente, ma per il riconoscimento della complessità del nostro territorio, che richiede un approccio diverso e più consapevole”. Per questo il sindacato promette che continuerà a “vigilare a lavorare con determinazione per questo risultato, nell’interesse del personale e dei servizi erogati”. E viste le “tante dichiarazioni da più parti a sostegno di questa vicenda”, Cisl e Fp-Cisl sperano “che non saremo gli unici a ricercare questo risultato”. Di certo, concludono, “occorre un’iniziativa istituzionale capace di mettere in campo visibili azioni comuni, come è stato fatto in altre occasioni, per perseguire l’interesse del territorio e mantenere alta l’attenzione sulle problematiche derivanti da una riorganizzazione che rimane profondamente sbagliata”.

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