Dal liceo scientifico di Ravenna al premio internazionale per lo studio nel campo della fisica quantistica. Prestigioso riconoscimento per Giovanna Morigi
C’è una ravennate tra i premiati della prestigiosa società americana di fisica American Physical Society (Aps) che assegna ogni anno un riconoscimento internazionale a coloro che si sono distinti nel campo della ricerca. L’Aps ha premiato Giovanna Morigi, che nel 1988 si è diplomata a Ravenna al liceo scientifico Oriani per poi intraprendere una brillante carriera scientifica. Oggi è docente di fisica teorica all’università tedesca del Saarland.
Il riconoscimento è giunto per merito di studi che si sono protratti per oltre un decennio nel campo della fisica quantistica. Le motivazioni del premio sono già una gara a ostacoli per chi non è della materia: “Per l’invenzione di nuove tecniche per il raffreddamento di ioni, atomi e molecole intrappolati e per il lavoro teorico pionieristico sulle transizioni di fase strutturali nei cristalli di ioni intrappolati a bassa dimensione”. Abbiamo raggiunto Morigi al telefono in Germania dove vive con la famiglia: «Il riconoscimento è arrivato dopo lunghi anni di studio - racconta -. All’inizio, nei primi anni Duemila, non sono mancate le difficoltà. Proponevo una ricerca che ai più sembrava non realizzabile, invece con il tempo ha trovato un’applicazione concreta nei computer quantistici. Nella mia ricerca ho studiato le strutture cristalline di computer quantistici realizzati con ioni e ho sviluppato tecniche per raggiungere le temperature necessarie per un computer quantistico realizzato con atomi o ioni. Questi sistemi, infatti, hanno bisogno di lavorare a temperature molto basse. Si parla di temperature dell’ordine dei microkelvin, vicinissime allo zero assoluto, che si raggiungono grazie a complesse tecniche dette di raffreddamento laser. In pratica si deve sottrarre energia dal sistema per poterlo raffreddare. È un po’ come applicare il principio dei frigoriferi, dove per raffreddare l’ambiente si deve cedere calore all’esterno, ma su sistemi infinitamente più piccoli e per temperature molto più basse. Le tecniche che abbiamo sviluppato si sono rivelate utili per i laboratori che realizzano computer quantistici con ioni intrappolati. Al mondo ce ne sono una ventina e diversi, tra cui il gruppo che lavora al National Institute of Standard and Technology in Colorado, hanno adottato i nostri modelli».
Tra qualche giorno Giovanna Morigi sarà al centro di fisica teorica Kavli di Santa Barbara, negli Stati Uniti: «Terremo un workshop che radunerà diversi fisici provenienti da tutto il mondo. Questi incontri sono molto utili perché permettono di scambiare informazioni ed esperienze, così come iniziare collaborazioni scientifiche. In questo momento sto cercando di capire se certe dinamiche delle scienze della vita, così complesse ed esposte a continui fattori in evoluzione, sono trasferibili nel mondo quantistico. Gli esseri viventi funzionano in maniera estremamente efficiente in condizioni molto variabili, come la temperatura circostante e distribuzione delle sorgenti di cibo. Noi ci chiediamo se tale adattabilità si può trasferire al mondo quantistico. Cerchiamo di sviluppare concetti per algoritmi quantistici che utilizzino queste proprietà in modo da semplificare i requisiti necessari per realizzare il computer quantistico».
Giovanna Morigi lavora all’estero dal 1994: «Mi sono diplomata al liceo scientifico, dove ho incontrato due persone che hanno avuto molta influenza sulle mie scelte in campo accademico. Giorgio Ghinassi è stato il mio professore di matematica e fisica. Era un ottimo docente, tanto che nei primi anni all’università ho praticamente vissuto di rendita grazie a quello che mi aveva insegnato. La scelta di iscrivermi al corso di studi in fisica è però arrivata da un consiglio di Loriana Notturni, professoressa di scienze. Dopo essermi laureata a Pisa, ho vinto una borsa di studio europea per l’ Università di Oxford. Successivamente ho intrapreso nuove ricerche all’università di Innsbruck, dove ho ottenuto il dottorato di ricerca, per poi approdare nel Max-Planck Institute di Monaco di Baviera e nell’Ateneo di Ulm. Dopo una lunga parentesi in Spagna, come ricercatrice all’Università Autonoma di Barcellona, mi sono stabilita a Saarbrücken con una cattedra di fisica teorica. Ancora oggi sono convinta che il sistema d’istruzione italiano sia uno dei migliori in Europa. L’istruzione italiana offre una preparazione ampia e multidisciplinare, che è importantissima in tutti i campi professionali». Chiediamo a Giovanna che rapporto ha conservato con Ravenna: «Cerco di tornare quando posso. Mi manca molto, qui vivono i miei famigliari e molti cari amici. Mio marito, che è tedesco, e mio figlio sono innamorati di questa città e del calore della gente. Si sentono a loro agio e ovviamente a me fa molto piacere».