Corsini (Pd): “Rivendicare il buongoverno non basterà per vincere ancora”
RAVENNA
«Chi pensa che per vincere ancora le regionali basterà rivendicare ciò che di buono è stato fatto in questi anni sbaglia. Per il futuro di questa terrà servirà certo una continuità, ma anche un’innovazione su temi importanti come l’ambiente o l’intelligenza artificiale. E per farlo c’è solo un modo: ascoltare i territori, essere radicati e rappresentativi, insomma stare tra la gente». E si intitola proprio così “Fra la gente” il libro che l’assessore regionale al Turismo e ai Trasporti Andrea Corsini presenterà domani (alle 17.45 al Mercato Coperto) a Ravenna, insieme al presidente della regione uscente, Stefano Bonaccini e al sindaco della città bizantina Michele De Pascale.
Corsini, inutile dire che “Fra le gente” è un titolo impegnativo di questi tempi, visto che spesso l’accusa che maggiormente viene rivolta alla classe politica è proprio quella di esserne lontano
«Ricorda lo slogan che utilizzi per la campagna elettorale del 2020 ed è anche una sintesi del mio modo di intendere la politica. Al netto degli errori che tutti commettiamo, credo di essere stato sempre un amministratore votato all’ascolto. In questi anni da assessore ho cercato di trovare soluzioni ai problemi della nostra terra dopo un dialogo con imprenditori, albergatori, bagnini. Migliorare le condizioni di vita dei cittadini credo sia il fine ultimo di ogni amministratore»
In genere quando un politico scrive un libro o è per fare bilanci o per aprire “nuove fasi”. Non è un mistero che il suo sia uno dei nomi in lizza per il post Bonaccini
«Su una cosa vorrei fare chiarezza: il libro in realtà io non volevo scriverlo. Mi è stato chiesto da un editore, Roberto Mugavero di Minerva, che è anche un amico. E’ stato lui a spingermi a mettere nero su bianco questo intreccio tra l’aspetto umano e quello puramente amministrativo che è proprio di chi fa politica»
Detto questo...
«Detto questo è chiaro che mi sono messo a disposizione del partito in un momento particolare».
Nel nome della continuità?
«Da Bonaccini ho imparato tanto e con Raffaele Donini sono l’assessore che è stato al suo fianco più tempo, anche per questo credo che fosse mio dovere rendermi disponibile e penso di poter dare ancora molto alla mia regione. L’ Emilia Romagna oggi è un esempio di buona amministrazione, e non siamo noi a dirlo, ma tutti gli indicatori che ne certificano l’eccellenza dal punto di vista produttivo, del welfare e di un turismo che ha toccato 60 milioni di presenze. Tuttavia, come detto, non basterà rivendicare tutto questo per vincere ancora».
Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, sul tema della successione a Bonaccini, fa un appello ad avviare prima un confronti sui temi e, solo dopo, a concentrarsi sui nomi e sulle provenienze geografiche, condivide?
«Certo. La responsabilità di una classe politica è proprio questa: avere la forza di accantonare i nomi per partire dalle idee. Serve un percorso di coinvolgimento con la società e civile e il territorio. Il tema della provenienza territoriale del candidato invece mi sembra poco rilevante, non c’è un’alternanza automatica, dovremo scegliere semplicemente la figura più adatta».
In questi 10 anni di Regione cosa rivendica con maggiore orgoglio?
«Tante cose: aver creato una flotta di 1.300 autobus elettrici ad esempio, o aver sostituito i vecchi treni inquinanti sono risultati che mi rendono orgoglioso. Sul tema turismo credo di aver ereditato una terra dove esistevano solo città d’arte e Riviera. Oggi esistono borghi interni dove si sentono turisti parlare inglese o tedesco. Tutta la regione è diventata una meta. E poi se penso al ritorno del Gran premio di Formula Uno a Imola mi emoziono ancora».
Il momento più duro.
«Il covid e l’alluvione. Ricordo le video chiamate agli albergatori in lacrime, dove il mio ruolo imponeva di dare speranza su scenari che non conoscevamo. O le lacrime dei giorni dell’alluvione. Ma ci siamo rialzati. Se poi arrivassero i fondi promessi dal governo Meloni andremo anche più forte.
La prima copia del libro l’ha consegnata a Prodi, che cosa le ha detto il professore?
«E’ una persona straordinaria, ancora animata da grande curiosità: mi ha chiesto gli ultimi dati del traffico del porto di Ravenna. E poi mi ha semplicemente detto di “andare avanti”».