Confidenze dal carcere: “Il vigile ha assassinato il macellaio di Faenza”. Il gip va avanti e non archivia

Una confidenza al compagno di cella: “Domenico Montanari non si è suicidato, l’ho ammazzato con altre tre persone”.

A parlare dietro le sbarre del carcere di Ferrara, nel 2019, dopo l’arresto per estorsione, era Gian Carlo Valgimigli, ex vigile urbano 55enne di Faenza ben noto alle cronache. Raccontava della morte del compianto macellaio manfredo, trovato senza vita nel retro della sua bottega con un cappio attorno al collo la mattina del 25 luglio di quello stesso anno. Parole sufficienti a riaprire il caso insinuando un dubbio inquietante: suicidio oppure omicidio mascherato da suicidio? Le indagini avviate dopo la rivelazione fatta proprio dal detenuto che aveva raccolto quella sorta di racconto fra galeotti avevano portato il procuratore capo Daniele Barberini e il pubblico ministero Angela Scorza ad aprire un fascicolo per omicidio volontario, indagando sia Valgimigli che un parente, individuato tra i tre presunti complici. Ma a inizio anno gli stessi pm avevano chiesto l’archiviazione, non ravvisando gli estremi per suffragare l’ipotesi che Montanari fosse stato ucciso.

Caso chiuso? Niente affatto. Perché ora, di fronte agli elementi raccolti nel corso della nuova inchiesta, il giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti non ha accolto la richiesta della Procura, fissando una nuova udienza, nella quale potrebbe disporre ulteriori indagini, così come emettere un’ordinanza di imputazione coatta dando così il via al processo.

L’articolo integrale sul Corriere Romagna, in edicola

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