Causa sugli appalti dei corrieri. Autista ravennate cita colosso delle consegne
Assunto, costretto a dimettersi, riassunto, licenziato e nuovamente assunto. Cambiavano le società ma il “capo” era sempre lo stesso; quello che dava gli incarichi, che contestava i provvedimenti disciplinari, che convocava le riunioni, che invitava i dipendenti a rassegnare le dimissioni con la garanzia di essere assunti il giorno dopo da un’altra impresa, mantenendo le stesse mansioni. Di sua proprietà pure tutti i furgoni con le insegne di una fra le più note multinazionali che operano nel settore della logistica. Ecco perché viene tirato in ballo anche lo stesso colosso delle spedizioni e delle consegne nella causa imbastita da un lavoratore ravennate. Il suo ricorso - presentato dall’avvocato Angelo Canarezza - chiede il riconoscimento del rapporto di lavoro continuativo e unitario, oltre al pagamento di mancate retribuzioni per 62mila euro. Materia affidata al giudice del lavoro Dario Bernardi, la cui decisione potrebbe ripercuotersi su una buona fetta del mondo dei corrieri, ormai cementato su una concatenazione di appalti e subappalti.
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