Campo sportivo di Casola Valsenio franato, geologi assolti
Sulle loro spalle rischiavano di dover portare il peso di un disastro grande quanto un terzo di un campo da calcio. Nello specifico il “Nannini” di Casola Valsenio, inghiottito dall’omonimo torrente con la frana del 25 febbraio 2015. Unici finiti a processo alla luce di una relazione geologica che il Comune aveva affidato meno di un anno prima alla ditta per la quale lavoravano, due professionisti imolesi sono stati entrambi assolti. Difesi dall’avvocato Carlo Benini, erano accusati di falso e di “disastro ambientale innominato”, un reato che contempla quegli eventi (come appunto il crollo) che si possono realizzare in un arco temporale anche prolungato e che compromettono l’incolumità pubblica. Per questo il sostituto procuratore Stefano Stargiotti aveva chiesto la condanna a 9 mesi.