Bus bocciati dai dipendenti del Comune di Ravenna. Meglio auto e bici

Ravenna

La maggior parte va al lavoro in auto, seguita da una percentuale comunque elevata di chi invece sceglie la bici per andare in ufficio. L’autobus? Bocciato dalla stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici. E’ quel che emerge dal Piano degli spostamenti casa-lavoro, il documento con il quale il comune mira a gestire e organizzare al meglio gli spostamenti giornalieri del personale nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale.

Più facile a dirsi che a farsi. Perché secondo i presupposti stessi del Piano i benefici devono riguardare non solo la collettività e l’ente pubblico, ma anche i singoli dipendenti, in termini di minori costi di trasporto, riduzione dei tempi di spostamento, rischio incidenti e stress. Proprio a loro è pertanto stato sottoposto un questionario utile ad analizzare le abitudini negli spostamenti, l’offerta di trasporto pubblico in tutto il territorio comunale e come questa viene percepita. Solo il 2,36% dei 590 dipendenti che hanno risposto al questionario sottoposto tra settembre e ottobre scorsi (su un totale di 1.153 lavoratori) utilizza linee urbane o extraurbane del bus per recarsi al lavoro. Una percentuale che resta bassa pur essendo quasi raddoppiato nell’ultimo anno il numero dei titolari di un abbonamento (dal 2,94 al 4,79%). Il 3,27% invece si muove in treno.

Piovono critiche sul servizio da parte di chi evita i mezzi pubblici. Una su tutte ricorre nel 54,44% delle risposte: gli orari sono incompatibili con le esigenze lavorative e personali. Segue il fatto che l’auto sia più comoda e impieghi meno tempo (34,44%), la mancanza di un collegamento o di una linea diretta (14,81% e 13,33%), la scarsa puntualità (10,37%) e la scomodità o affollamento dei mezzi (6,67%). Minima la percentuale di chi evita gli autobus perché ritenuti poco sicuri o sporchi (1,85%).

La maggior parte degli intervistati (il 62,22%) si dice disposta a cambiare le proprie abitudini abbandonando auto e moto in favore di mezzi sostenibili, ma a determinate condizioni. Lo farebbero soprattutto se abitassero più vicino al posto di lavoro, se ci fossero ciclabili o percorsi pedonali più sicuri. Userebbero in particolare il trasporto pubblico se gli orari fossero compatibili con le esigenze (58,52%) e se ci fossero incentivi per l’acquisto di abbonamenti a tariffe agevolate (20,70%) e se ci fossero linee dirette, più vicine alla sede di lavoro o a casa, oppure se solo i mezzi fossero comodi, puliti o meno affollati. In percentuale minore (5,58%) c’è chi sostiene che la scelta dipenda dalla puntualità del trasporto pubblico. Infine non manca un 4,07% di intervistati che si dice disposto a cambiare di fronte a un altro spauracchio del lavoratore in trasferta: la sosta a pagamento.

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