Ausl Romagna, nuovo bando per infermieri. Il sindacato chiede più tutele

RAVENNA - Un nuovo concorso per infermieri nell’Ausl Romagna. Dal 2020, anno del Covid, in poi il bisogno di personale medico in azienda è cresciuto moltissimo. Due giorni fa i dirigenti dell’Azienda sanitaria hanno deliberato la selezione, la terza da allora.

L’ultimo concorso a tempo indeterminato era stato pubblicato soltanto lo scorso anno, ne era uscita una graduatoria con circa 800 idonei, ma secondo quanto segnalato dalle direzioni infermieristiche territoriali è già necessario bandire una nuova selezione. Va detto che molto spesso ai bandi partecipano anche infermieri già in organico ma a tempo determinato, quindi spesso gli inserimenti da graduatoria risultano stabilizzazioni più che nuove assunzioni. A tutto questo va aggiunto che in generale il mestiere non è più ambito come qualche anno fa: nelle Università spesso le domande sono inferiori ai posti del bando. La grande richiesta del settore sanitario, sia pubblico sia privato, ha inoltre “asciugato” la domanda di lavoro. Oggi chi si laurea in infermieristica ha la certezza di lavorare praticamente con l’alloro ancora in testa.

Il rovescio della medaglia sono le condizioni in cui si trovano ad operare i sanitari che sono peggiorate negli ultimi anni. Finita la retorica degli “eroi del Covid”, la categoria si è ritrovata con i problemi che aveva già prima della pandemia: nonostante le tante assunzioni il personale nei reparti sembra non bastare mai. Una condizione che gli infermieri condividono con i medici rispetto ai quali, però, hanno uno stipendio di gran lunga inferiore.

Non è tutto: su di loro, che hanno il primo contatto con i pazienti, si riversa spesso la frustrazione degli stessi che spesso sfocia in aggressioni. La Cisl Romagna ieri ha pubblicato, riprendendo un rapporto regionale, un dato impressionante: 493 aggressioni nel 2023 nelle strutture sanitarie romagnole. Si tratta di aggressioni non solo fisiche ma anche verbali o contro la proprietà. Lo stesso rapporto regionale riporta come in quasi il 60% dei casi il personale che più spesso è vittima di queste aggressioni sia proprio quello infermieristico. Le aggressioni fisiche hanno avuto negli ultimi anni un aumento esponenziale: 35 nel 2019, 9 nel 2020,11 nel 2021 a 141 nel 2022 e 142 nel 2023.

Il segretario della Fp Cisl, Mario Cozza, a fronte di questi dati ritiene sia importante affrontare la questione anche nei contratti: «Diventa sempre più necessario - dice - riconoscere nuove tutele contrattuali e garantire una presenza più incisiva delle Forze dell’ordine all’interno delle strutture sanitarie maggiormente esposte a tali rischi, in particolare nei Pronto soccorso e nei reparti e strutture di cura della salute mentale e delle dipendenze». Ancora: «Vanno introdotti congedi straordinari, il diritto di cambiare unità operativa di lavoro garantendo sempre il supporto psicologico per i lavoratori che subiscono aggressioni. È indispensabile - sottolinea il segretario cislino - inserire degli istituti contrattuali, a tutti i livelli della contrattazione, a sostegno di chi ha subito un’aggressione». Dopo la grande solidarietà del Covid ora «c’è solo stress».

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