Ravenna, l’otto marzo di Angela, gruista al porto: “Ho battuto i pregiudizi e sono una donna felice”


«Lassù ho trovato il mio mondo, che emozione essere a trenta metri di altezza. Ci vogliono calma e concentrazione, perché la responsabilità è enorme e ci vuole anche grande precisione. Il lavoro mi piace tanto e mi capita di godere degli splendidi tramonti sul porto e sulla città». Angela Rubino da tre anni è impiegata alla Sapir con il compito di gruista, una delle prime in Italia e la prima assoluta nel settore dei materiali inerti, come ferro e argilla.
Una occupazione che, nell’immaginario comune, non è propriamente femminile, ma la 38enne, mamma di due figli (di 15 e 7 anni), ha dimostrato l’esatto contrario, diventando anche una sorta di apripista per chi ha voluto seguire il suo esempio. «Dopo di me, infatti, sono arrivate altre tre donne, due con il compito di magazzinieri, una con quello di palista. Sono orgogliosa di aver aperto la strada ad altre donne, essere una sorta di “portabandiera”, mostrando che entrare al porto era una cosa fattibile anche per noi. Non posso che ringraziare la Sapir per l’opportunità che ha dato a me e alle mie colleghe».
Figlia di emigrati pugliesi, Angela è nata e cresciuta in Germania, dove ha svolto tutta la trafila scolastica, per poi trasferirsi a Ravenna a 19 anni. «Ho cambiato Paese per amore della persona con cui ho costruito la mia famiglia. Abbiamo deciso di venire a Ravenna un po’ perché è a metà strada tra la Germania e la Puglia, un po’ perché dava opportunità occupazionali a mio marito. All’inizio ho fatto la commessa, poi ho gestito il bar della scuola Callegari, chiuso però nel periodo della pandemia, infine la barista».
Una sera, però, un incontro le ha cambiato la vita, accendendole una nuova luce. «Ho incontrato una persona che mi ha detto che alla Sapir cercavano dei gruisti. Ho pensato che per me potesse essere una bella opportunità, in quanto come lavoro mi stimolava molto e in più mi è sempre piaciuto l’ambiente del porto. Ho avuto la fortuna che proprio in quel periodo l’azienda organizzava una Academy, facendo formazione per dieci persone e mi sono iscritta. Sono entrata così e ho iniziato a lavorare nel 2022, per i primi sei mesi come magazziniere, poi come gruista».
Sulla sua giornata tipo, Angela racconta che «oggi, per esempio, sono arrivata verso le 12, ho visto in bacheca quale fosse la mia mansione, in quanto delle volte ho l’incarico di lavorare nei cantieri a terra. Nel pomeriggio invece andrò in cielo sulla gru, nella tranquillità della mia cabina. Questa occupazione mi piace tantissimo perché ogni giorno è diverso, non faccio mai le stesse cose».
Una scelta, quella di Angela, che non ha trovato l’opposizione da parte dei familiari, anzi. «All’inizio i miei genitori non ci credevano ed erano sorpresi, ma adesso sono orgogliosi di me. Anche mio marito mi ha supportata, d’altronde lui lavora da 15 anni al Terminal container e quindi conosce bene l’ambiente del porto».
Un ambiente, però, prettamente maschile e che quindi può avere presentato degli ostacoli. «Non ho mai trovato ostilità, qualche battutina all’inizio sì, un po’ sui soliti stereotipi sulle donne con la tecnologia e con le macchine. Adesso, però, i colleghi maschi non ne fanno più. Nel tempo ho conquistato la fiducia di tutti, superando la prova grazie anche al mio carattere franco e aperto. Il rapporto con loro è ottimo e mi trovo davvero benissimo».
Il sogno da bambina di Angela, quindi, alla fine sì è avverato. «In buona parte è proprio successo così. A 14 anni non ci avrei mai creduto, ma fin da piccola ho sempre desiderato di fare qualcosa in più in ambito lavorativo. Non volevo ricoprire il solito ruolo cucito a una donna e ora da lassù mi godo i miei splendidi tramonti, provando una grande sensazione di libertà, ma allo stesso tempo ben consapevole delle responsabilità che ho di fronte».