Alluvione, sarà Fabrizio Curcio il nuovo commissario per la ricostruzione. Soddisfatto De Pascale: «Con lui potremo segnare un passo nuovo»
La presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, ha fatto sapere questo pomeriggio (31 dicembre) che nel prossimo Consiglio dei ministri indicherà Fabrizio Curcio come nuovo commissario straordinario per le alluvioni in Emilia-Romagna, al posto del generale Francesco Paolo Figliuolo, che ricopriva l’incarico dal giugno del 2023 e che pochi giorni fa è diventato vicedirettore dell’AISE (Agenzia informazione e sicurezza esterna), cioè i servizi segreti per l’estero. Curcio è un funzionario pubblico, ed è stato capo della Protezione civile tra il 2017 e il 2017 e dal 2021 al 2024. Sfumata alla fine la nomine di un altro militare dopo l’esperienza del generale Figliuolo.
A Curcio sono arrivati subito gli auguri di buon lavoro da parte del presidente della Regione Emilia Romagna Michele De Pascale: «Ho grande stima dell’ingegner Curcio, ho lavorato con lui durante l’emergenza alluvionale in Romagna nel 2023; il suo contributo e la sua presenza sul campo insieme a noi sono stati determinanti nelle operazioni di salvataggio delle persone, e di contenimento dei danni. Sono convinto - ha aggiunto il presidente della Regione - che grazie alle sue competenze, alla sua professionalità unita alla nostra conoscenza del territorio potremo segnare un passo nuovo. Come tutti sanno in prima istanza avevo avanzato una proposta diversa proponendo di identificare direttamente nella Regione la struttura commissariale ma, compreso quasi subito che il Governo non era disponibile a questo percorso, ho comunque apprezzato la disponibilità in ultima istanza della premier Meloni a giungere ad una scelta e un percorso condiviso come avevo auspicato nella conferenza stampa di fine anno. Abbiamo richiesto e ottenuto una figura competente in materia e la sua presenza fisica sul campo insieme alla relativa struttura di supporto e un rapporto diretto nuovo con l’esecutivo per le modifiche normative necessarie. Queste premesse sono per noi essenziali per segnare un cambio di passo sia sugli indennizzi che sulla messa in sicurezza del territorio. Ora sta a tutti dimostrare, alle porte di questo 2025, che su una vicenda così pesante, che toglie il sonno agli uomini e alle donne della nostra terra, la Repubblica, nel suo insieme, può e deve fare di meglio di quanto visto fino ad oggi».