Alluvione, De Pascale detta le condizioni per il dopo Figliuolo (che va ai Servizi segreti) ma sul commissario il pallino è in mano a Meloni
BOLOGNA. L’Emilia-Romagna è “indisponibile” a continuare sulla ricostruzione post-alluvione così come è stato fatto finora. «Lo schema di gioco va cambiato». A ribadirlo è il presidente Michele de Pascale, questa mattina a margine dell’inaugurazione del nuovo Polo materno-infantile del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. «Noi abbiamo fatto una proposta al Governo- ricorda de Pascale- che è quella di un modello completamente nuovo, con la responsabilizzazione della Regione e con l’identificazione all’interno del Governo di una figura responsabilizzata, che a fianco del commissario conduca tutta la ricostruzione. Questo modello al Governo non va bene? E’ legittimo. Mi arrabbio quando mi vengono negati i miei diritti, non quando legittimamente un altro livello della Repubblica fa scelte diverse».
Allo stesso modo, però, «con altrettanta fermezza diciamo che il modello attuale non va bene alla Regione Emilia-Romagna- mette in chiaro de Pascale- siamo indisponibili a continuare esattamente come ha funzionato fino ad oggi. Quindi se il Governo vuole cambiare, noi discutiamo del cambiamento che il Governo vuole imprimere nel merito. Se il messaggio è ‘E’ andato tutto bene, continuiamo così’, l’Emilia-Romagna non è disponibile a questo schema di gioco».
Per il governatore, in sostanza, l’ipotesi che Palazzo Chigi possa continuare con un commissario di stampo militare dopo la scadenza dell’incarico al generale Figliuolo non va bene. «Lo schema di gioco va cambiato- insiste de Pascale- come cambiarlo è responsabilità del Governo tracciarlo. Io ho rappresentato alla presidente del Consiglio anche nel merito tutte le cose che non hanno funzionato in questo anno e mezzo e mi aspetto che si possa fare una discussione seria e di merito su come mettere in sicurezza questo territorio».
A margine dei lavori del rapporto sull’economia parla anche il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla che torna ad appoggiare le richieste che de Pascale, già prima delle elezioni, aveva fatto più volte alla premier. «Non è un problema di poteri, ma di efficacia. E del fatto che deve metterci la faccia chi poi farà i lavori- dice Colla- Un cittadino danneggiato dall’alluvione deve poter parlare con quello che lo può aiutare a fare i lavori. Se invece i poteri restano ‘in alto’, non scenderanno alla portata dei bisogni che abbiamo».
L’Esercito, dice poi riferendosi alla possibilità che anche il nuovo commissario sia un militare, «è a fare l’Esercito, mentre la ricostruzione è un fatto politico per eccellenza. Se quindi hanno fatto questa scelta, avranno le loro motivazioni ma noi non le condividiamo. Puoi metterci anche la persona migliore e più graduata del mondo, ma che prima che sia in grado di conoscere i meccanismi, le vallate, i fiumi, i torrenti e i Consorzi dell’Emilia-Romagna...».
Resta da capire quanto la premier Giorgia Meloni terrà in considerazione questa richiesta della Regione. Dalle indiscrezioni che arrivano da Roma sembrerebbe di no e si andrà probabilemente a un nuovo incarico militare in continuità. La decisione è attesa in questi giorni. La proroga dell’incarico a Figliuolo scade il 31 dicembre. Per lui si parla di un nuovo incarico come vice presidente dell’Aise, agenzia informazioni e sicurezza estera.