Lei aveva appena 16 anni, lui 21, compiuti giusto da una decina di giorni. Una differenza che a quell’età può rappresentare un divario enorme, specie se si parla di esperienze sessuali. Di certo, nel caso in questione, la minorenne non era interessata, e lo aveva fatto capire molto chiaramente al ragazzo. Ma il suo “no” esplicito a quelle avances non è servito a evitare una violenza sessuale finora mai trapelata, che si sarebbe consumata, secondo l’accusa della procura, in un luogo pubblico, vale a dire nei pressi della biblioteca di Alfonsine. È questa la cornice entro la quale, a metà luglio del 2018, la ragazzina sarebbe stata stuprata. Un abuso scioccante, per il quale ieri è stato rinviato a giudizio il ragazzo, originario di Santa Maria Capua Vetere.
Immobilizzata e violentata
Su di lui pesa l’accusa di violenza sessuale aggravata. Eppure non era presente ieri all’udienza preliminare davanti al gup Janos Barlotti, nel corso della quale il procuratore capo Alessandro Mancini ha chiesto il rinvio a giudizio. Gli atti nel fascicolo aperto dopo la denuncia, raccontano di un unico episodio, avvenuto la sera del 14 luglio di due anni fa. L’adolescente, all’epoca 16enne, sarebbe stata raggiunta dal 21enne nei pressi della biblioteca comunale, situata in piazza della Resistenza. Il ragazzo avrebbe atteso il momento più opportuno per tentare i primi approcci, finché, trovandosi finalmente appartato, ha provato a baciarla invano. Non si è fermato di fronte all’esitazione della minore. Sono così iniziate le insistenze più esplicite, seguite da un’ulteriore resistenza della vittima, che tuttavia, non appena ha cercato di allontanare in maniera netta il molestatore, ha scatenato la sua reazione violenta. Il 21enne l’avrebbe afferrata, girandola improvvisamente su se stessa, sbattendola contro una porta e immobilizzandola. A questo punto, restando alle sue spalle, l’avrebbe violentata. È un rapporto completo quello di cui si parla nel capo d’imputazione. Il legale del ragazzo, l’avvocato Cecilia Scalambra, ieri ha chiesto il non luogo a procedere. Decisione diversa però quella presa dal giudice, sulla base della quale, ora, il giovane dovrà comparire davanti al collegio penale per difendersi dalle accuse.