Ravenna, operaio morto schiacciato dai coil. Assolti i vertici di Marcegaglia
RAVENNA. Assolti perché il fatto non costituisce reato. Per il giudice Cecilia Calandra la morte di Lorenzo Petronici, l’operaio 58enne della Cofari deceduto nella notte tra il 7 e l’8 aprile del 2014 schiacciato da due coil mentre stava manovrando un carico di acciaio da quasi 34 tonnellate, non è da addebitare a mancanze o colpe dei vertici dello stabilimento Marcegaglia, né del preposto della cooperativa a cui era stato appaltato il lavoro. La sentenza è arrivata nella tarda mattina di ieri, a quasi sei anni dall’incidente.
Per quella tragedia erano inizialmente state indagate sei persone: archiviata a suo tempo la posizione del medico della Cofari, il presidente della stessa coop aveva scelto di chiudere la vicenda patteggiando la pena. Così ieri ad affrontare il dibattimento erano rimasti in quattro, il dirigente di Marcegaglia Stefano Testa, l’amministratore delegato Antonio Marcegaglia, il responsabile programmazione e logistica Massimo Ranieri e il rappresentante della coop Facchini Riuniti, per la quale lavorava la vittima.
Per tutti il sostituto procuratore Monica Gargiulo aveva chiesto la condanna a un anno e mezzo, mentre a carico della società colosso dell’acciaio era stato proposto il pagamento dell’equivalente di 300 quote societarie.
I fatti
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, quella notte Petronici - prossimo ad andare in pensione - stava movimentando le pesanti bobine di acciaio con un carroponte messo a disposizione dallo stabilimento alla coop per operare su due file di coil all’interno del “polmone” magazzino denominato “1ZB”. Movimentando un blocco da 33.810 chili con una pinza da oltre 3 tonnellate, aveva superato la portata massima del macchinario, pari a 35 tonnellate. Era scattato il limitatore di carico, bloccando il coil in sospensione sopra ad un altro. Così, per evitare collisioni e ribaltamenti l’operaio si era avvicinato. Era però stato sorpreso da un movimento oscillatorio anomalo che, secondo l’accusa, aveva innescato l’esito fatale: Petronici, schiacciato tra due bobine, non aveva avuto scampo.Le difese
A rappresentare i quattro imputati, gli avvocati Ermanno Cicognani, Carlo Nannini, Filippo Sgubbi, Sergio Genovesi, Luca De Tollis e Tommaso Guarini, che in aula hanno insistito nel confutare la ricostruzione della dinamica operata dal consulente del pm. Secondo i legali non c’erano sufficienti riscontri e la dinamica dell’incidente presentava troppe lacune, al punto da fare venire meno i presupposti di causalità e di colpa. Motivo per cui, hanno ribadito durante le arringhe difensive, non era possibile raggiungere un profilo di certezza dal punto di vista della responsabilità penale.Si dovranno attendere le motivazioni della sentenza per interpretare la valutazione del giudice. Per il momento è un altro il dato noto alle cronache recenti. Quella di ieri è la terza assoluzione in 40 giorni per incidenti avvenuti all’interno dello stabilimento ravennate.