In centinaia a ballare all’Ecu, divisi su tre piste, per quello che era uno degli eventi della notte più pubblicizzati da diverso tempo, ovvero il primo afro raduno dell’estate. Una serata che, stando alla fiumana di ragazzi che si è riversata, ha avuto successo. Peccato però che, all’arrivo delle forze dell’ordine, è risultata in violazione di ogni misura di legge per il contenimento del Covid. Gli agenti della polizia di Stato e Municipale, infatti, sabato sera hanno fatto un blitz in via Feleto, traversa di via Coriano, dove si stava svolgendo l’Afro ganjabar remember, con musica, tre deejay in console e un continuo viavai di persone - tanti i giovanissimi - che con il passare del tempo stava diventando sempre più massiccio. Un assembramento danzante difficile da controllare e in tantissimi erano senza la mascherina. Il locale è stato chiuso cinque giorni, deferendo il titolare alla Autorità giudiziaria. Durante le ispezioni, eseguite anche con il supporto dell’unità cinofila, sono stati sequestrati modesti quantitativi di hashish, marijuana e cocaina. Oltre alla violazione della normativa Covid, al gestore dell’Ecu sono state contestate irregolarità per le uscite di sicurezza, per gli estintori e per l’unica presenza di un solo addetto alla sicurezza.
La protesta del proprietario
A contestare l’intervento è proprio il titolare dell’Ecu, Marco Aversa, 44 anni, che non era presente alla serata perché «contagiato dal Covid dieci giorni fa e sono a casa in isolamento». Lui però sembra non avere dubbi su un fatto: «Eravamo in 400 in oltre mille metri quadrati, non credo proprio che ci fossero assembramenti e con questo blitz io chiudo tutto e lascio l’Ecu, me ne vado, nonostante abbia speso decine di migliaia di euro per rimetterlo a nuovo la struttura». Sempre secondo Aversa «c’è un accanimento nei confronti di locali e disco, basta andare in spiaggia per capire che i veri assembramenti sono da un’altra parte».
La proposta per fare ballare i soci
Intanto Gianni Indino, presidente Silb, Sindacato locali da ballo, lancia una provocazione dopo la raffica di chiusure nei confronti delle disco in questi ultimi giorni da parte delle forze dell’ordine che devono fare rispettare la legge: «Dalla prossima settimana - spiega - cominceremo a restituire le licenze e a riaprire come circoli privati, così almeno avremo la possibilità di far ballare i nostri soci». Indino, infatti, chiarisce che «molti locali non supereranno l’estate e non avranno più futuro, mentre proprio i circoli hanno meno vincoli delle discoteche perché ai soci si consente il ballo».
Locali e norme anti contagi
Il lavoro della polizia non è però finito qui, perché a essere stati chiusi per cinque giorni sono stati anche due pub di Rimini Sud, in zona mare, il Copacabana e lo Shooters. Da quanto emerso dai controlli degli agenti questi due locali non sono risultati in regola con la normativa. In particolare, non era svolta la prevista attività di controllo per la verifica del green pass e all’interno non veniva fatto nulla per evitare notevoli assembramenti dei tanti clienti che sono stati trovati. Infine i poliziotti della divisione di polizia amministrativa, hanno sanzionato un market che dopo le 22 non rispettava il divieto di vendita di bottiglie o contenitori in vetro.