Faenza: "No a Bella Ciao a scuola, meglio il Va Pensiero"

Ravenna

FAENZA- Imparare a memoria “Bella Ciao” per le vacanze di Pasqua? Meglio il “Va, pensiero” di Giuseppe Verdi. A sostenerlo è Gabriele Padovani, consigliere comunale del Gruppo Misto a Faenza, che rispolvera così una delle passioni musicali più tipiche della Lega, il partito che aveva lasciato tra le polemiche solo pochi mesi fa. A muovere l’indignazione del politico faentino è il compito che la docente di musica di una scuola media della città manfreda ha assegnato alla propria classe per la pausa pasquale delle lezioni. La consegna dell’insegnante, riportata sui diari dagli studenti, recita infatti “Studia canzone Bella Ciao e fare il video”: un invito a imparare il canto più rappresentativo della Resistenza italiana al nazifascismo, favorito probabilmente dalla vicinanza temporale della Pasqua di quest’anno con la ricorrenza del 25 aprile. Ma Padovani, venuto a conoscenza dell’accaduto grazie alla segnalazione pervenutagli dal genitore di uno degli studenti, ritiene che la richiesta della professoressa sia «eccessivamente politicizzata» e, proprio per questo motivo, intende portare la questione in consiglio comunale: «Depositerò a breve un’interrogazione e un ordine del giorno – assicura –. Bella Ciao è una canzone contrassegnata politicamente e oltretutto non fu mai nemmeno cantata dai partigiani. Per quale ragione la si propone a ragazzi di 12 anni? Forse la docente non aveva a disposizione una valida alternativa?». Una alternativa che invece Padovani si sente di avanzare, alludendo anche all’ipotesi che la scelta della professoressa sia stata influenzata dai tragici accadimenti in Ucraina: «Se l’intenzione era quella di sensibilizzare i ragazzi sulla guerra in corso – afferma il consigliere – allora si poteva optare per altri brani. Il 13 marzo, ad esempio, il coro lirico della città di Odessa, in Ucraina, ha intonato il Va pensiero contro l’invasione russa. Perché non Verdi piuttosto che i “rossi”?». Il coro verdiano, tratto dall’opera “Nabucco”, era stato scelto dalla compagine di cantori ucraini proprio per il suo significato di doloroso compianto della “Patria sì bella e perduta” invasa dal sacrilego re di Babilonia. «Proporrò che venga fatto studiare anche il coro del Nabucco – rimarca Padovani – che ha sicuramente un significato più ampio di Bella Ciao e, benché sia stato usato anche dalla Lega, fa in ogni caso parte del patrimonio collettivo della cultura italiana. La politica deve rimanere fuori dalle aule scolastiche». Ma il caso potrebbe anche approdare in Parlamento: «Sono sicuro – conclude Padovani sibillino – che alcuni miei ex compagni di partito della Lega non faranno passare la questione sotto silenzio».

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