Addio all'inventore della carbonara

Rimini

RICCIONE. Aveva cucinato per i grandi della terra (dalla regina d’Olanda a Charles De Gaulle a Enzo Ferrari) ma non verrà ricordato per questo Renato Gualandi: sui libri di cucina verrà celebrato per avere inventato, quasi per caso, uno dei piatti più popolari della tradizione italiana, la carbonara.

Bolognese di nascita, sposato con Lucia Berardi, una misanese di Ca’ Rastelli conosciuta negli anni Trenta, Renato Gualandi si è spento giovedì all’età di 95 anni.

Luigi Carnacina, uno tra i massimi studiosi di gastronomia lo aveva definito come “uno dei più valenti chef europei”. Non a caso infatti durante la sua lunghissima carriera aveva avuto l’onere e l’onore di deliziare i palati dei più noti e potenti personaggi d’Italia e d’Europa.

Il suo esordio avviene nella cucina di una rosticceria poi scoppia la Seconda conflitto mondiale e per Gualandi comincia tutta un’altra storia. Nel ’39 - si legge in una lunga intervista concessa una dozzina di anni fa alla Piazza - parte per la guerra. L’armistizio dell’estate del ’43 lo coglie ai confini della Jugoslavia. Insieme ad altri 4 compagni scappa. Tre vengono uccisi dai partigiani titini. Insieme al riccionese Bruno Polverelli raggiunge Ferrara. Impossibilitato a far ritorno a Bologna, con Polverelli, via Ravenna, in treno giunge a Rimini. A Misano lo aspettava Lucia Berardi, la morosa conosciuta a metà anni trenta. Lavora per conto dei tedeschi al rafforzamento della Linea Gotica.

Arrivano gli alleati, Gualandi diventa il segretario del primo sindaco di Misano del dopoguerra, Armando Ramenghi, un bolognese. Chiede ad un riccionese, un certo Bagli di fare il cuoco per il comando alleato di stanza all’albergo “Domus Mea” di Riccione. Ma gli viene detto di no: “Sei un comunista”. Ma poi viene assunto. Gualandi cucina per i generali Alexander, Clarck. E forse crea il suo piatto più famoso: gli spaghetti alla carbonara. «Fu la necessità – rammentò alla Piazza -. Avevamo pancetta in abbondanza ed tuorli d’uova in polvere». Casualmente associa gli ingredienti. Per gli alleati lavora dal settembre del ’44 all’aprile del 45. E’ un trionfo. Gli alleati lo chiamano a preparare all’hotel Baglioni (il più importante di Bologna ancora oggi) il banchetto in onore del generale polacco Anders, il liberatore di Bologna. Ed è solo l’inizio.

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