Meldola, “appena mi affaccio inizia ad insultarmi”: l’incubo del condominio va a processo

Meldola
  • 17 marzo 2025

«Aspetta che io mi affacci al corridoio di casa. Per riempirmi di insulti. Tanto che in passato è già stato condannato per cose simili. Ma io ormai non resisto più e sono spaventatissima, al punto che ho dovuto chiamare anche i carabinieri a casa». Nell’aula del giudice Marco de Leva è a processo uno “stalking condominiale” che vede protagoniste due persone che abitano una di fronte all’altra, nello stesso pianerottolo dello stesso condominio di Meldola.

Alla sbarra, con l’accusa di ingiurie, c’è un 80enne (difeso dall’avvocato Walter Galeotti) e a testimoniare per prima nel processo si è presentata la vicina di casa, una 76enne. Al pubblico ministero Maria Tambini e al giudice ha raccontato un serie di vicende che sono iniziate «dall’anno 2021, cioè da quando è morto mio marito - ha detto la donna - prima della perdita di mio marito non c’era stato alcun tipo di rapporto tra le nostre famiglie. Poi quando sono rimasta sola sono iniziati gli insulti».

In passato l’impatto di altre forme di insulti nei confronti della donna, per questioni simili, ha portato l’imputato a una condanna (ora in attesa del processo d’appello). La vittima non ha chiarito in aula se ci sia stata una “causa scatenante” del prendersela contro di lei da parte dell’80enne. Ha soltanto ribadito quanto in passato ha raccontato con le sue denunce ai carabinieri della stazione di Meldola. Che in questi anni in quel condominio e a tutela della donna sono stati chiamati a intervenire anche in “Codice Rosso”.

«Aspetta che io mi affacci al pianerottolo di casa, con cadenza pluri settimanale. E mi ricopre di insulti irripetibili. Una cosa che è avvenuta anche quando vado in giro in bicicletta per fare acquisti. Dove vengo seguita, o quanto meno me lo ritrovo a ridosso con il suo furgone. Tanto che dalla paura che provo per quanto mi può succedere ho riferito sia ai carabinieri che anche ad alcune amiche e a parenti e conoscenti questi fatti».

Quale tipo di astio sia sorto tra i due vicini a partire dall’anno 2021 per ora, almeno in aula, non è stato chiarito in alcun modo dall’imputato. Potrebbe esserlo nella prossima udienza quando accusa e difesa formuleranno le loro richieste in attesa della sentenza.

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