Massa Lombarda, in tantissimi per l’ultimo saluto ad Alice Soli

Lugo

Quando quel cuore così indebolito ha smesso di battere, e di battersi, la giovane Alice se n’è andata per sempre. Ma quando ieri mattina, al cimitero di Massa Lombarda dove è arrivato il feretro per la conclusione del funerale, a battere tra loro sono state oltre mille mani, lo scroscio di applausi è come se, anche solo per qualche minuto, l’avesse riportata tra i tanti che le hanno voluto bene e continueranno a farlo.

Tra familiari, amici e concittadini, oltre cinquecento persone hanno affollato quel piccolo cimitero per salutare per l’ultima volta Alice Soli, la diciannovenne massese scomparsa prematuramente nel pomeriggio di martedì, dopo aver lottato per anni contro due micidiali patologie. Negli ultimi dieci una cardiopatia, quella che non le ha lasciato scampo, innescata a suo tempo invece dai cicli di chemioterapia che si erano resi necessari per contrastare una malaugurata recidiva dell’osteosarcoma alla mandibola, il tumore che aveva sconfitto da bambina, all’età di nove anni.

Tra ieri e il giorno prima, alla camera mortuaria dell’ospedale di Lugo sono arrivati in tanti, con gli occhi lucidi e tanto dolore.

Ad accoglierli però c’erano sempre i suoi genitori, Marika e Francesco, e il fratello maggiore Mattia, bravissimi a tramutare il loro dolore in sorrisi in grado di alleviare chi li abbracciava. Per il fratellino piccolo, Federico di 7 anni, ci vorrà forse più tempo per capire, anche se il coraggio e la determinazione dell’amata sorella sembrano già essere parte di lui. E anche ieri è stato così. I tre più grandi abbracciati davanti a quelle rose rosa sul feretro - al cui interno c’era la copertina con cui lei e il cagnolino Kikko spesso dormivano insieme - pronto per il corteo fino alla città dove Alice ha sempre vissuto.

Quella in cui tutti la aspettavano.

Difficile descrivere l’emozione che si respirava mentre le amiche leggevano ricordi, anche loro vestite di rosa, il suo colore preferito.

«Ultimamente ti stiamo vedendo ovunque – hanno letto le coetanee - nelle farfalle, nelle coccinelle e nei cieli dipinti di rosa. Ti porteremo sempre con noi nelle nostre avventure. In questi anni sei sempre stata la fonte di luce in una stanza buia, ma ora siamo noi a offrirtene un po’. Dovunque tu sia ora, splendi».

Anche per questo Alice era sicuramente una ragazza brillante, come qualcuno ha fatto stampare sulla maglietta indossata per l’ultimo saluto.

«Non riesco a credere che il tuo cuore si sia fermato mentre il mio continua a battere – ha detto la sua migliore amica, Serena, iniziando a leggere un lungo ricordo -. Sei il significato della parola coraggio. Parlerò di te a tutte le persone che incontrerò. Sono stata fortunata ad averti con me. Eri troppo per questo mondo, meritavi molto di più».

E poi il ricordo affettuoso dei suoi professori dell’istituto tecnico Paolini di Imola, quello in cui si era diplomata pochi mesi fa. Una maturità che, tuttavia, col suo combattere aveva certamente raggiunto tanti anni prima.

Lo fanno commentando il pensiero che Alice aveva scelto per l’annuario scolastico: «Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti voluto essere».

«Attraverso queste parole volevi lasciare un segno nella nostra scuola – hanno scritto nel sito ufficiale del Paolini -. E tu, cara Alice, avresti voluto essere tante cose. I tuoi occhi raccontavano tutta la tua voglia di vivere, di viaggiare, di divertirti e di lasciarti alle spalle la sofferenza che per un po’ ti aveva fatto compagnia. Ognuno di noi conserva nel cuore il proprio ricordo di te: qualcuno per la tua insicurezza e la paura di non farcela; qualcun altro per il tuo temperamento, forte e combattivo; altri ancora per il tuo dolce sorriso. Non hai mai avuto paura di esprimere la tua opinione, hai sempre voluto essere libera di dire e fare quello che pensavi. Ci piace ricordarti così Alice, per quella che sei».

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