Lugo, tocca le cosce alla collega: educatore condannato a due anni
LUGO. Una condanna a 2 anni di reclusione, con pena sospesa, e risarcimenti per tutte le parti civili, compresa una provvisionale di 16mila euro per la vittima: questa la sentenza emessa ieri dal giudice per l’udienza preliminare Corrado Schiaretti nei confronti di un educatore dei Servizi sociali, accusato di violenza sessuale su una collega, un’assistente sociale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.
L’episodio risale al 16 giugno dell’anno scorso. La vittima, 39 anni, stava tenendo una telefonata di lavoro impegnativa. Secondo l’accusa formulata dal sostituto procuratore Marilù Gattelli, l’uomo, un 49enne residente a Massa Lombarda, le si sarebbe avvicinato con un atteggiamento che inizialmente sembrava di conforto. Dopo essersi seduto accanto a lei, le avrebbe appoggiato una mano sulla spalla per poi scendere lungo il braccio, fino a posarla sulla gamba e a sfiorarle la coscia. Il contatto sarebbe proseguito in una serie di carezze dal ginocchio alla coscia, fino a tentare di insinuarsi sotto il vestito, vicino alla biancheria intima.
La 39enne rimase come paralizzata per tutta la durata di quei toccamenti in realtà non graditi. Circa un quarto d’ora, avrebbe poi detto agli inquirenti, terminati i quali si sarebbe ripresa dal “congelamento” emotivo - la cosiddetta reazione di “freezing” - che l’aveva bloccata. Interrotta la chiamata, si allontanò, per poi presentare denuncia.
Sulla base di questa ricostruzione ieri il pm Stefano Stargiotti ha chiesto la condanna a 2 anni.
La vittima si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Alice Lusa, e al suo fianco si sono schierate l’associazione Demetra-Donne in aiuto, rappresentata dall’avvocato Alessandra Giovannini, l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna con l’avvocato Alessandro Melchionda, e la consigliera regionale per le Pari Opportunità tramite l’avvocato Antonella Rimondi.
Per l’imputato, il difensore Andrea Valentinotti ha sostenuto che l’uomo non avrebbe mai molestato telefonicamente o per messaggio le colleghe e che fosse anzi una persona rispettata sul lavoro. Secondo la difesa, il 49enne non avrebbe potuto comprendere che la collega non fosse interessata alle sue attenzioni, considerando la durata dell’episodio - 15 minuti appunto - e la presunta mancanza di un dissenso esplicito da parte della donna. Sulla base di queste argomentazioni, la difesa aveva chiesto l’assoluzione. Tuttavia, la sentenza di ieri ha accolto l’accusa di violenza sessuale, pur riconoscendo la fattispecie della minore gravità del reato.
Il giudice ha fissato il deposito delle motivazioni della sentenza entro 90 giorni. Una volta lette, la difesa ha già preannunciato l’intenzione di valutare un eventuale ricorso.