Lugo, pestaggio nel cortile della scuola: spunta un nuovo video

Colpo di scena nel pestaggio che sabato scorso ha trasformato il cortile del Polo tecnico-professionale in un ring a cielo aperto: c’è un secondo video a raccontare quelle botte da orbi.

È quello che hanno acquisito i carabinieri quando l’altro studente coinvolto, coetaneo del primo querelante che ha rimediato 25 giorni di prognosi, si è presentato martedì accompagnato dal padre nei loro uffici per sporgere denuncia. La seconda di cui si abbia notizia.

Un’altra verità, da un punto di vista ovviamente diverso, così come lo è l’angolazione della videocamera dello smartphone che, con buona pace della dirigente scolastica che ne ha ribadito il divieto, ha ripreso altri 45 secondi della mischia. Nei quali si sente di tutto, oltre alle urla, frasi in tipico slang americano, tratte forse da qualche titolo hip-hop.

Tuttavia, i due principali sfidanti hanno in comune molte cose: oltre a dover comparire lunedì prossimo davanti a una speciale commissione che potrà sentenziare un primo provvedimento disciplinare, entrambi se la prendono col branco. Condannandone l’accanimento e sperando vengano identificati tutti quanti.

Il racconto

Già, perché stando a quanto raccontato dal padre del secondo ragazzo ai militari, il figlio non li avrebbe di certo fatti intervenire per aiutare a picchiare l’altro, quello incappucciato.

Premesso che saranno le indagini delle forze dell’ordine a ricostruire la dinamica di quanto accaduto e individuare tutti gli eventuali responsabili, il video che ci ha mostrato in esclusiva il padre del secondo ragazzino aggiunge particolari interessanti all’intera vicenda e, soprattutto, conferma alcuni passi della loro denuncia.

«Durante l’intervallo, dopo qualche momento di concitazione, mio figlio è stato preso dall’altro per i capelli - racconta il padre mentre il giovane annuisce - e non glieli mollava più: li ha tirati talmente forte che ha ancora la testa gonfia. Aveva la faccia in giù e per reagire ha afferrato quello che trovava, in questo caso il cappuccio dell’altro. Ma la lite è iniziata tra loro due. Purtroppo è accaduto nell’intervallo e molti altri ragazzi quando hanno visto che si picchiavano si sono buttati in mezzo, dando pugni e calci a entrambi. Una cosa terribile da vedere».

Le nuove immagini

Tuttavia, anche le nuove immagini mostrano che molti dei colpi li ha presi il 16enne finito all’ospedale col naso rotto. L’altro, fortunatamente, se l’è cavata con 3 giorni di prognosi per qualche contusione e un occhio nero. Ieri era già a scuola, ma il persistente dolore alla testa e al collo forse lo terranno nuovamente lontano dai banchi.

«Anche mio figlio è stato portato al Pronto soccorso dello stesso ospedale - conferma il genitore - e con la stessa ambulanza che poco prima aveva scaricato il più grave. Ma anche lì ci sono stati dei problemi, non tra loro due e nemmeno tra me e l’altro papà, che è un signore molto educato e gentile, col quale ho avuto modo di parlare tranquillamente».

Il colpo di scena

E qui altro colpo di scena. Un amichetto del lughese - ed è il primo da cui sarebbero partiti nella denuncia sporta ai carabinieri - si sarebbe presentato al Ps iniziando a provocare il secondo ferito, poi messo a bada diligentemente dall’altro babbo.

«Ma è stata colpa sua anche l’inizio di tutta la lite - sottolinea l’adulto -: mio figlio era col suo migliore amico e ha incontrato il ragazzo con cui poi si è azzuffato e il suo amico. È tra loro che c’era questa questione dei 5 euro, ma poi le prime offese sono partite tra mio figlio e il coetaneo lughese. E dalle parole sono passati alle mani».

Nella denuncia, inoltre, il ragazzo ha raccontato di non conoscere gli altri che hanno contribuito al pestaggio, se non alcuni solo di vista.

«Anche mio figlio condanna l’aggressione - ha ribadito il padre - perché non è giusto che si siano intromessi con così tanta violenza. Io avrei voluto rappacificare i nostri figli e credo che lo volesse anche l’altro genitore. Così come siamo, almeno credo, molto arrabbiati con tutti gli altri che hanno dato le botte senza un perché. Ringraziamo invece di cuore i due studenti di quinta che hanno separato entrambi, allontanandoli dal branco ed evitando che si facessero ancora più male».

E allora perché non ha fatto vedere quel filmato che forse poteva cambiare un po’ lo scenario? «Stavo per farlo quando eravamo all’ospedale - risponde - ma in quel momento ci hanno chiamato dentro l’ambulatorio e quando siamo usciti non c’erano più».

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